mercoledì 27 luglio 2022

Facciamo chiodo

Stamani, all'alba, mentre impolveravo i piedi su una strada costeggiata da cipressi, m'è balenato un pensiero, tipo una massima alla Marco Aurelio: non devi cedere al timore di infangarti perché è dal fango che è nato l'uomo. 

Se un giorno tornerà a piovere, chiederò alla polvere.

Stanotte ho sognato una scimmia con un paiolo. Credo le servisse per cucinare una emergenza rapida.

«Ogni cosa sembrerà un chiodo a chi ha in mano un martello». E noi, chiodi, perché pensiamo di andare a farci martellare alle urne? 

Ve l'ho raccontato che io, a scuola, ho fatto pure ferro battuto? Pazienza. Sappiate che non c'ero portato, nel senso che, picchia picchia, non riuscivo quasi mai a dare al pezzo di ferro la forma voluta. Epperò picchiavo, e vedere la materia incandescente piegarsi sotto i miei colpi mi faceva sentire un biscotto della plasmon. Inzuppato di sudore, chiedevo spesso ai compagni più capaci di intervenire per non prendere di continuo cazziatoni dal professore. «Massaro, tu farai lo spazzino». E, infatti, feci pure quello...

Ma torniamo all'incudine e ai colpi di martello sull'arancione prima che diventa rosso e, a poco a poco, grigio e nero. All'immergere nell'acqua il pezzo per... non mi ricordo perché, serviva a qualcosa che ora mi sfugge e non ho voglia di ricercare, lasciamolo così il ricordo, il ferro, l'incudine e il martello, uno dei due strumenti incrociati dentro una bandiera che, ancora minorenne, non vedevo ingenuamente l'ora di votare, ma non ricordo proprio più perché.




1 commento:

Anonimo ha detto...

E non ti ricordi più perché ? Forse è la vecchiaia