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martedì 9 aprile 2019

Acetitaly



«E grazie al cazzo», risposero i Marchesi Antinori, Frescobaldi e Incisa della Rocchetta. «S'aspettava te per saperlo, so tutto io, fotografa sto souvenir d'Italy e fatti fottere. Il vino del contadino non esiste, perché non esiste più alcun contadino che fa il vino. Quindi, di che cazzo stai parlando? Sai invece che cosa fa schifo? Che gente come te, parvenu di 'sta fava nobile, che hanno fatto i soldi a far du' scatti per far vendere du' stracci¹ sentono il "richiamo della natura", (o piuttosto investono soldi in un business che ancora funziona), si comprano qualche ettaro di vigneti² e danno sfogo alla loro vanità mostrando al mondo dabbene bordolesi con scritto sopra il proprio nome, l'annata, imbottigliato da».

«“Per vinificare serve...”. Ma vergognati», continuarono i veri nobili, «e di' le cose come stanno: oltre alla "gente specializzata", come dici, oltre ai professionisti, servono ancora - e come se servono - li mortacci di fame che son costretti a vendere la loro forza lavoro per campare, e per du' soldi al mese vanno al posto nostro a potare le vigne con il gelo, a diserbare pelo pelo con la zappa o il frullino, se si vogliono fare i fichi con la biodinamica senza spargere ettolitri di fitofarmaci a spruzzo; e poi tutto il resto della lavorazione in vigna, quella manuale, quella che non serve aver studiato, ma aver fame e pagare l'affitto o il mutuo bastano, tutta questa gente non specializzata serve, buffone, che ti fai ritrarre con la camicia bianca (senza alcuna macchia) in piena vigna e con le tue bottigliucce in mano (meglio in mano, eh?)³ come tenere figliolette. Ma affògati nell'aceto e chétati per sempre. Amen.»

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¹ O a far politica, musica, finanza, costruzioni... il catalogo per fare i soldi è lungo, ma i posti sono limitati.
² Perché no di noccioli? di peri? di cotone? O darsi alla pastorizia?
³ Ritratto talmente pacchiano e poco fantasioso che cozza contro il virtuosismo da pubblicitario che, un tempo, caratterizzava Toscani, giacché, a pensarci bene, è come se quando era alla Benetton, avesse promosso i prodotti di quella azienda fotografando il patron della casa mentre mostrava la sua nuova collezione di maglioni circondato da un branco di pecore. 

sabato 24 marzo 2018

Cépage Epo?

via
Ho guardato il ciclismo televisivo finché Pantani ha corso, poi basta, mio ultimo eroe sportivo, dopo ho smesso e credo che la sua vicenda (morte tragica compresa) - nonostante le patenti colpevolezze di doping che lo riguardavano - abbia seppellito, definitivamente, ogni credibilità al valore sportivo di tale disciplina agonistica.
Da piccolo, invece, il mio eroe era Moser: lo preferivo a Saronni (e me ne dispiaccio, così come rimpiango di aver preferito, nel tennis, Borg a McEnroe - stupido me). Ricordo che ai mondiali del 1978, quando arrivò in volata con Knetemann e perse, piansi. Ricordo anche quando vinse il Giro d'Italia, nell'84, il cui percorso fu clamorosamente disegnato per le sue caratteristiche (ci saranno state due salite, infatti). In quell'occasione, il tifo nei suoi confronti iniziò a traballare, minato dalla inaspettata simpatia che ebbi nei confronti di Laurent Fignon.

Poi seppi di Conconi e del suo lavoro alchemico, che in Messico non c'erano soltanto altura e nuvole e che quindi tanto valeva battere il record dell'ora con un cinquantino truccato, ci sarebbe stata più soddisfazione.

Comunque complimenti a Moser: è stato democristiano e previdente, persona morigerata e garbata, mai sopra le righe e in fondo anche onesto nel riconoscere l'ineluttabilità del doping nel ciclismo. Speriamo non nel vino.

domenica 28 dicembre 2014

Senza traccia


È successo qualcosa là fuori? Non vedo tracce di passi, tutto è fermo, c'è soltanto silenzio. Anche i motori sono silenziosi, a parte il puzzo degli scappamenti che stordisce l'olfatto. La sciarpa come filtro non è sufficiente. Trattenere il fiato non fa bene quando è freddo, perché dopo, quando devi recuperarlo a pieni polmoni, ti butti dentro tropp'aria diaccia tutta insieme - e c'è un rischio: tropp'aria al cervello fa vedere chiaro il termine delle cose. Non saprei dire quali cose. Sto sul vago apposta. Comunque, una volta abituato il respiro al freddo, sovente accade l'euforia dell'ossigenazione, che purtroppo non serve a capire, ma a illudersi di capire come stanno le cose. Non saprei dire quali cose. Le cose che accadono, suppongo, e che sono tante, disordinate, irriducibili, in parte avvilenti. La rigidità è avvilente, indispone, respinge, a tratti ferisce. 
Sono quasi ubriaco. Per scaldarmi, prima ho bevuto un vino dell'Etna. Aveva il fuoco dentro. Adesso lo erutto: fonde la neve.


«È come se a comunicarci qualcosa fosse chi emette la frase per dare un'informazione, ma anche la frase stessa, a titolo di mero esempio.» 
Ludwig Wittgenstein, Osservazioni (cit.)


sabato 7 dicembre 2013

Beppe Gaglioppo


Stasera viaggio in Calabria.
Non pensavo che 'a Vita® si potesse registrare come marchio.
'a vita mia m'a porto in pietto
cantava Vecchioni, in una delle sue migliori canzoni.

***

Da ieri, in seconda battuta, nei pensieri quotidiani giunge il vociferare di Grillo. Oggi strilla che, ai 150 deputati abusivi eletti col Porcellum, va impedito di entrare in Parlamento.
Domanda: se fossero stati suoi i deputati, cioè: se lo scorso febbraio, per un pelo, ad arrivare primo fosse stato il M5S, Beppe Grillo direbbe la stessa cosa?

Io dico di no, e la conferma deriva da pregresse sue dichiarazioni in cui sosteneva di andare al voto subito anche e soprattutto col Porcellum, per ottenere lui e Gianroberto, la maggioranza per mandarli tutti a casa. 

sabato 21 settembre 2013

Dilettante della vigna

Dice che a Rimini c'è la blogfesta. Potevo io non andarci? Potevo.
Infatti sono stato a vendemmiare, la mia prima vendemmia, alla vigna di cristaccio, dacché non ho ricevuto neanche un soldo. Vabbè, l'ho fatto per amicizia, mica per Dio.
Sono arrivato che erano le dieci, ho fatto la pausa pranzo un paio d'ore, poi ci sono ritornato, sino alle cinque, che volevo di più, anzi, qualcuno paga pure per avere simili esperienze, e poi mi sono pure divertito insieme agli altri vendemmiatori (alcuni dei quali persino bestemmiatori del diocaro in sol maggiore). 


Pinot nero, un vino elegante, con poca tradizione in Toscana, ma le tradizioni vanno pure cominciate per divenire tali, pensa alla Borgogna, che è tutto dire, giorno ufficiale d'inizio vendange en Bourgogne proprio oggi, fremito.
Con le cesoie tagliavo tralci, prima piegato poi in ginocchio infine seduto, culo a terra - tralci che andavano controllati per scartare quelli con degli acini ammuffiti. Il tenutario del domaine è vignaioulo scrupoloso, meticoloso, scientifico.
Ogni tanto mangiavo qualche chicco, dolce, rosso, sangue, terra. Grilli, vespe, ragni, forbici, tenevano compagnia; mosche pure, qualcuna a infastidirmi la schiena, le scapole in particolare (mosche nubili).
Riempivo queste casse a sufficienza;


casse che operai della Transilvania trasportavano in fondo al filare,


 per essere dipoi caricate e trasportate velocemente, su mezzo di locomozione, in cantina.

Adesso sono stanco d'una fatica matura, da cogliere, per tagliare qui questo post.
A proposito: quando quanto scrivo sarà abbastanza maturo per essere vendemmiato? Per produrre che? Gazzosa?