sabato 26 gennaio 2013

La guerra delle valute nuoce gravemente alla salute

Nippon-ismes
La Banca centrale del Giappone, su pressione del governo nipponico, stampa lo Yen a iosa per comprare gli Euro, in modo da apprezzarli (farli valere di più) così rendendo le merci prodotte in Giappone più competitive, fatta salva la speranza che esse troveranno maggiori acquirenti.
«In questa guerra chi - come Giappone, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti - può svalutare la propria divisa attraverso la monetizzazione del debito (stampando moneta) è avvantaggiato rispetto a chi - come la Germania e gli altri 16 Paesi dell'area euro che viaggiano in assenza di sovranità monetaria - non può operare manovre così aggressive all'uopo.»
Ma una cosa non ho capito: i governanti (e i capitalisti) giapponesi sperano che noi europei, che da pasciuti siam pressoché quasi diventati tutti smilzi consumatori, potremo “aiutare” l'economia del Sol Levante a risollevarsi dalle polveri di Fukushima?  Forse, se la Banca del Giappone, dopo aver comprato gli Euro, li distribuisse a pioggia direttamente nelle tasche degli europei che hanno uno stipendio da recessione, allora, per quanto sta in me, io gli prometto fin da subito che comprerò una fiammante Toyota ibrida, anche in considerazione del fatto che la Fiat non ibrida per nulla (vero maglioncino in kashmir color merda che dirigi l'azienda tra Torino e Detroit?).

È simpatico che i primi governanti (e capitalisti) europei che si disperano (per non dire incazzano) siano i tedeschi; forse temono che l'industria giapponese riprenda quote di mercato perse negli scorsi anni?

Mah. Lasciamo agli addetti ai lavori una migliore e più approfondita analisi della questione.

Il problema principale del capitalismo non viene risolto: nel mondo c'è una squilibrata capacità produttiva e ci sono troppe merci in attesa di essere comprate; ma i soldi sono concentrati nelle mani di pochi superpezzidimerda, di vario genere e tipo, che tengono (a malapena) alto il mercato del superlusso; ma per quanto riguarda la produzione su larga scala si produce male e troppo - e il low cost sarà soppiantato presto dallo zero cost della merce invenduta, buttata nei cassonetti e ripresa dai nuovi poveri morti di fame.

Sono belle però queste battaglie finanziarie («guerre delle valute») che ricordano, in maniera depotenziata, le vere e proprie guerre di conquista ed espansione che più facilmente avevano luogo negli scorsi secoli e decenni tra i paesi “civilizzati”.

È talmente evidente che le contraddizioni presenti a livello globale non saranno risolte da alcun singolo governo su scala locale - anche se la “scala” è grande come l'America, la Cina, la Russia, l'Europa e il resto della banda dei giottini. Anche se ci fosse un governo unico del mondo, con un'unica moneta, un'unica fiscalità, il problema di fondo che il sistema capitalistico pone non potrà essere risolto. E ammesso e non concesso che una guerra mondiale non ci si possa permettere, quale destino ci attende?

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