[***] Ieri pomeriggio, a Fahreneit (Radio Tre) [***], insieme
al celebre giornalista Gad Lerner (il quale presentava La difesa della razza, trasmissione che prossimamente andrà in onda su Rai Tre), è stato intervistato Christian Raimo,
presentato dal conduttore come giornalista, scrittore, insegnante.
Argomento
trattato è stato, beninteso, il ritorno di fiamma del razzismo, del
perché sia così diffuso nel nostro paese, rafforzato certo dal
sostegno di movimenti o partiti politici che soffiano sul fuoco del
malcontento popolare faccia alla radicata presenza di una consolidata
numero di "stranieri" presenti nel nostro territorio
nazionale (ci rubano il lavoro, stuprano, scaracchiano per terra e -
peggio mi sento - pregano iddii che suggeriscono loro di convertire o
ammazzare gli indigeni infedeli, cioè noi che siamo passati a
cresima).
Gli
ospiti, a domanda del conduttore, hanno risposto. Hanno detto cose.
Tra queste, una in particolare profferita da Raimo, il quale - in
sostanza - lamenta il fatto che, mentre a destra vi sono molti
ideologi e intellettuali che danno sostegno teorico a tesi
suprematiste, pararazziste, nazionaliste e rizzati («una
intellettualità nuova, forte, formata» e tra questi cita pure
Fusaro), a sinistra, invece, non c'è nessun intellettuale e nessun
testo di rilievo («faccio fatica a trovarlo») che possa essere faro
delle tesi opposte, internazionaliste, cosmopolite, neoumaniste.
Sentito
questo discorso, ho pensato che Raimo, oltre a essere stato scortese
nei confronti dello stesso Lerner (in fondo, non è intellettuale
anche l'immarcescibile Gad e, insieme, pure un pochino di sinistra?),
in quanto insegnante, giornalista e scrittore
chiamato a dire la sua in una trasmissione culturale della Rai, se
non è un intellettuale anch'egli, che cosa è? Un
intellettuale vecchio, debole, informe? No, un
semplice giovane hegeliano.
“Poiché questi Giovani hegeliani considerano le rappresentazioni, i pensieri, i concetti, e in genere i prodotti della coscienza, da loro fatta autonoma, come le vere catene degli uomini, così come i Vecchi hegeliani ne facevano i veri legami della società umana, s'intende facilmente che i Giovani hegeliani devono combattere soltanto contro queste illusioni della coscienza. Poiché secondo la loro fantasia le relazioni fra gli uomini, ogni loro fare e agire, i loro vincoli e i loro impedimenti sono prodotto della loro coscienza, i Giovani hegeliani coerentemente chiedono agli uomini, come postulato morale, di sostituire alla loro coscienza attuale la coscienza umana, politica o egoistica e di sbarazzarsi così dei loro impedimenti. Questa richiesta, di modificare la coscienza, conduce all'altra richiesta, di interpretare diversamente ciò che esiste, ossia di riconoscerlo mediante una diversa interpretazione. Nonostante le loro frasi che, secondo loro, « scuotono il mondo », gli ideologi giovani-hegeliani sono i più grandi conservatori. I più giovani tra loro hanno trovato l'espressione giusta per la loro attività, affermando di combattere soltanto contro delle «frasi». Dimenticano soltanto che a queste frasi essi stessi non oppongono altro che frasi, e che non combattono il mondo realmente esistente quando combattono soltanto le frasi di questo mondo. I soli risultati ai quali questa critica filosofica poteva portare erano alcuni e per giunta parziali chiarimenti, nel campo della storia della religione, intorno al cristianesimo; tutte le altre loro asserzioni non sono che altri modi di abbellire la pretesa di aver compiuto, con quei chiarimenti insignificanti, scoperte di importanza storica universale. A nessuno di questi filosofi, è venuto in mente di ricercare il nesso esistente tra la filosofia tedesca e la realtà tedesca, il nesso tra la loro critica e il loro proprio ambiente materiale.”
_______________________Karl Marx, Friedrich Engels, L'ideologia tedesca, 1846
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Chiedo venia, perché ieri notte ho pubblicato il presente post senza la parte iniziale indicata dagli asterischi.
1 commento:
non sono solo pessimista, ma intravedo la tragedia, una tragedia che ci coinvolgerà TUTTI
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