sabato 4 gennaio 2020

Sprofonda umanità

Tramite Google News, per leggere la notizia di un rom che ha ucciso, investendolo, il cognato sinti, sono sbarcato sul Giornale di Brescia. Innanzitutto complimenti ai curatori dell'edizione online, veramente pregevole, pulita, ben organizzata, senza fastidiosi banner pubblicitari (o almeno facilmente tenuti lontani da un semplice adblock).

Dopidiché, letta la notizia in cronaca nella sezione Brescia e hinterland, ho cliccato sulla home dove, in quel momento, la notizia principale era quella riguardante l'addio a Vittorio Fusari noto chef stellato della zona Sebino e Franciacorta, alle cui esequie funebri è stato ricordato, dall'amico Gianni Mura, come un uomo dalla «profonda umanità».

Non conoscevo Vittorio Fusari, ma non dubito, da come è ricordato, ch'egli sia effettivamente stato una degna persona sotto tutti gli aspetti e per questo, per quel che vale, mi unisco al cordoglio unanime.

Tuttavia, senza alcuna volontà di mancare di rispetto allo chef scomparso, vorrei velocemente riflettere sulla locuzione uomo di profonda umanità.


Premesso che l'umanità è una caratteristica che informa tutti gli esseri umani, comprese le testedicazzo come Trump, cosa fa sì che la profondità, se associata all'umanità, sia considerata un valore aggiunto? Perché il suo contrario, la superficialità, è un disvalore? E se sì, perché essere superficiali è un dispregio? Perché i superficiali non scavano buche?


Non faccio il finto tonto: so bene che un essere umano di profonda umanità è considerato colui (o colei) che ha cuore la vita umana, che si fa carico delle vite altrui, una persona generosa, rispettosa, gentile e le cui opere sono unanimemente riconosciute come un bene per il prossimo. D'accordo, ma perché usare tale aggettivo per sintetizzare tutte queste qualità positive? Personalmente, penso sarebbe preferibile lasciare la profondità ai palombari o agli speleologi in favore di un termine che elevi, innalzi sopra la media coloro che rendono la condizione umana un qualcosa di cui anche gli altri esseri umani possano riconoscere facilmente e prendere a modello.
Per cui, propongo che al posto di profonda sia usato un altro termine, per esempio sublime umanità (anche se, mi rendo conto, è un termine assai abusato)giusto per raggiungere una soglia più alta a quella in cui normalmente viviamo noi superficiali.

4 commenti:

Marino Voglio ha detto...

ma forse per profonda si intende ben radicata.

la mia umanità era profonda, una volta. poi l'erosione del continuo attrito con innumerevoli singoli (singolari, alcuni) esseri umani ne ha scoperto le radici finché uno dei tanti fortunali del cambio climatico l'ha strappata* via.

* guardami oggi: nessun cordoglio per un padre di sei figli apprescindere dall'etnia. anzi.

Luca Massaro ha detto...

'a sradicatooo!

Olympe de Gouges ha detto...

sarà banale osservazione ma gli uomini sono tra gli animali quelli mediamente meno umani. le cosiddette belve, se satolle e se non gli rompi i coglioni, ti lasciano in pace. il tuo vicino di casa ti rompe i coglioni e sarebbe disposto ad ucciderti a prescindere. vasto argomento.

Luca Massaro ha detto...

sic!