venerdì 13 agosto 2021

Numeri cinesi

Sono abbonato alla Rivista n+1 (quattro numeri all'anno) e alla newsletter che, ogni tanto, arriva via mail. Da quella arrivata oggi, estraggo un paragrafo ove s'illustra una realtà che la politica e i media nostrani tengono piuttosto in ombra, presi come sono da altre vicende educative su come usare soldi che forse pioveranno dagli elicotteri d'Europa.

****

Numeri "cinesi" che quasi non richiedono spiegazione. Numeri da un paese a capitalismo giovane, ancora in grado di indirizzare il capitale e di conseguenza i suoi effetti sociali. Ma anche in difficoltà di fronte a una classe proletaria indomita che nei distretti industriali non ha smesso un giorno di scioperare. Nei primi sei mesi del 2021 la Cina ha ottenuto i seguenti risultati:
Crescita su base annua del commercio estero = + 27,1%
Import = + 25,9%
Export = + 28,1%
Scambi con il Sud Est Asiatico + 27,8%
Scambi con il NordAmerica + 34,6% (alla faccia dei dazi)
Scambi fra società private cinesi + 35,1% (47,8% degli scambi totali)
Interscambio interno alla Cina fra aziende straniere + 19%.

Si tratta di numeri significativi: nessun paese al mondo ha più, da molti anni, tassi di crescita netta a due cifre. Nessun paese al mondo può, tuttavia, evitare di confrontare queste cifre con quelle, disastrose, dei paesi a capitalismo maturo. Chi può assorbire l'esuberanza di Pechino?

Sono in via di completamento anticipato i lavori per le varie diramazioni della Via della Seta, e ciò significa che è iniziato prima del previsto l'aumento del commercio verso l'Eurasia e l'Europa. Ciò non poteva evitare di produrre lotte rivendicative di contenuto economico e ciò è normale. Nel Guangdong, tra le rivendicazioni di questo tipo veniva però avanzata una richiesta dal sapore ingenuamente politico, cioè quella del "rispetto". Non vuole dire niente di tangibile, ma ha preso piede simbolicamente quasi per ribadire che la classe operaia non è una classe di schiavi che accettano supinamente il più alto tasso di sfruttamento del mondo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto ciò che assicura ai potenti e politicamente e economicamente una grande agiatezza mette in evidenza il loro egoismo e la loro incapacità di democrazia. Gli umani sfruttati come l'ambiente. Queste persone dovrebbero essere curate dallo psichiatra per quanto fanno male, ma ci sarà una cura per loro?
Elisabetta

Luca Massaro ha detto...

gentile Elisabetta, grazie per il commento. Io penso che non sia una questione "psichiatrica", giacché, gli "eletti", pur godendo indubitabilmente e sfacciatamente di "grande agiatezza", sono agiti dal "soggetto automatico" [alias: meccanismo economico e produttivo] tanto quanto coloro che eletti non sono. In breve: la società umana nel suo complesso è quasi interamente schiava del "Capitale" e del tentativo sempre più difficoltoso della sua valorizzazione. Quale sia la cura per superare questo stadio oramai "primitivo" dell'organizzazione sociale umana, non saprei dire. Anche se quasi del tutto sopita, la coscienza di classe da sola non basta, soprattutto se questa non si risveglia contemporaneamente in tutti coloro che vi appartengono. Ecco: tale la coscienza è vigile e presente in tutti i "potenti" e, infatti, risultano loro i vincitori della lotta di classe...