mercoledì 8 settembre 2021

Che tessera?

In un gruppo telegram aperto dal prof. Andrea Zhok (cattedra di filosofia all'UniMi), un partecipante ha riportato un passaggio da Fontamara. Lo riporto anch'io qui


«Per andare a Roma adesso ci vuole il passaporto» gridò Berardo.
«Ogni giorno ne inventano un’altra.»
«Perché?» domandò Baldissera. «Non è più dell’Italia?»

Il suo racconto fu molto confuso.
«Stavo alla stazione» disse. «Avevo già fatto il biglietto. È entrata una pattuglia di carabinieri e han cominciato a domandare le carte a tutti, a chiedere le ragioni del viaggio. Io ho subito detto la verità e cioè che volevo andare a Cammarese per lavorare. Han risposto:
“Bene, hai la tessera?”.
Che tessera?
“Senza tessera non si lavora.”
Ma che tessera? Impossibile di avere una spiegazione chiara. Mi han fatto restituire il prezzo del biglietto e mi han messo fuori della stazione. Allora mi è venuta l’idea di andare a piedi fino alla stazione seguente e di prendere il treno di là. Appena fatto il biglietto, ecco due carabinieri. Dove vado? Dico, a Cammarese, per lavorare. Mi han domandato:
“Fuori la tessera”.
E io, che tessera? Che c’entra la tessera?
“Senza tessera non si può lavorare”, dicono “così è nel nuovo regolamento dell’emigrazione interna.” Ho cercato di convincerli che io non andavo a Cammarese per l’emigrazione interna, ma soltanto per lavorare. Però è stato tutto inutile.
“Noi abbiamo degli ordini” hanno detto i carabinieri. “Senza tessera non possiamo permettere di salire in treno a nessun operaio che si trasferisca in altra regione per lavorare.”
Mi hanno fatto restituire il prezzo del biglietto e mi han messo fuori della stazione. Ma quella storia della tessera non mi andava giù. Sono entrato in una osteria e ho attaccato discorso con quelli che c’erano.
“La tessera? Come, non sai che cos’è la tessera?” mi ha detto un carrettiere.
“Durante la guerra non si parlava che di tessera.” Ed eccomi nuovamente qui, dopo aver perduto la giornata.
Il più colpito dal racconto di Berardo fu il generale Baldissera che cercò fra le sue cartacce e tirò fuori un foglio stampato.
«Anche qui si parla di tessera» disse assai allarmato...

Ignazio Silone, Fontamara, 1949

2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

http://diciottobrumaio.blogspot.com/2020/12/il-divieto-di-spostamento.html

Luca Massaro ha detto...

grazie 😘