giovedì 23 settembre 2021

Cortesie del caso

Ieri, all'uscita di un negozio, che negava l'ozio, dov'ero entrato per non comprare niente (eppure avevo uno scontrino in mano quando sono uscito e non mi ricordo perché), un ragazzino, fermo a cavalcioni sulla sua bici da sterrato, mi ha chiesto se il monopattino elettrico che era posteggiato di fianco alla vetrina del negozio fosse mio. Con rammarico - più suo, che mio - gli ho risposto di no, e lui, probabilmente non contento della risposta, a seguire, mi ha chiesto anche se avevo un cane.
«Che sta succedendo?», ha chiesto, rivolgendosi a me, una giovane signora, abbronzata e tatuata sugli avambracci e sui polpacci, con una mascherina nera sulla bocca.
«Niente», ho risposto, «il bambino è suo figlio?».
«Sì, perché? problemi?»
«Nessuno. Suo figlio mi ha chiesto se fosse mio quel monopattino, e io gli ho risposto di no. Poi mi ha chiesto se avevo un cane e io gli stavo rispondendo che sì, ho un cane, ma non l'ho fatto, lo faccio ora, perché è arrivata lei e ha chiesto "Che sta succedendo?"».
«Lei non si deve permettere».
«Permettere che?».
«Di parlare a mio figlio».
«Mah... mi ha fatto due domande: rispondere è cortesia».
«Lei non deve essere cortese con mio figlio».
«Dovevo essere maleducato?»
«Sì. Ai bambini va insegnata la maleducazione. Devono capire che non si devono fare domande agli adulti, in particolare se estranei. Per questo sarebbe stato meglio se lei non avesse soddisfatto le sue curiosità e se fosse restato indifferente».
«Odio gli indifferenti».
«Mi odia?»
«No, scusi, non mi fraintenda. Le rispiego: io sono uscito da questo negozio, e suo figlio, fermo sulla sua bici, forse per aspettare lei che era rimasta indietro, ha posto a me, sconosciuto, una legittima domanda su di chi fosse quel monopattino elettrico».
Intanto, dal negozio che negava l'ozio, è uscito un ragazzo, ha preso il monopattino e, rapido, è svicolato via.
«Ecco, lo vedete? È lui il proprietario.»
«Ma perché allora mio figlio non lo ha chiesto a lui invece che a lei: si vede benissimo che lei non è un tipo da monopattino».
«Perché esistono tipi da monopattino?».
«Sì».
«Me li saprebbe descrivere?».
«Sì: o sono giovani o sono coglioni».
«La ringrazio per la fiducia. Le posso offrire un caffè?»
«E a mio figlio, che cosa offre?».
«Lo lasci qui, fermo sulla bici, all'uscita di questo negozio a fare domande a chi esce, perché domandare è lecito e rispondere...»
«A me un caffè macchiato va bene, grazie.»
«Cortesia».

2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

stavi andando da dio, poi ti sei compiaciuto di offrile un caffè macchiato. mi sarebbe piaciuto che il dialogo beckettiano fosse andato avanti, e poi avanti ancora ... fino a che arrivava un vigile e vi multava causa assembramento (più di due), con riduzione dell'ammenda del 20% perché meno di quattro. i tempi so' questi, beckettiani

Luca Massaro ha detto...

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