lunedì 7 marzo 2022

Quanti pollici

«Mi sono stufato»,
disse uscito dal forno
mistificatorio della televisione
dove il cerone
non camuffa 
le dichiarazioni porno
dei parlanti che
tra una falsità e l'altra
devono dare spazio
alla pubblicità.

Allora la prese di petto
come fossero poppe rifatte
come i sedani ma meno buone
e, dopo averne afferrato
i pollici con i pollici,
la condusse sul ciglio del monte
e la gettò giù dal precipizio
proprio mentre passava
una ruota di scorta
di un suzuki euro tre.

Tornò a casa e sentì un vuoto:
lo riempì con quello che c'era
in frigo: un limone strizzato
una crosta di parmigiano
due carote senza prepuzio
e finse che tutto fosse finito
tutto fosse andato bene
ritornato al suo posto
tutto, tranne quel buco alla parete
dove si fingeva la vita.

E restò a fissare quel buco
e dentro ci respirò contando
i secondi, quattro per l'inspirazione
e sei per l'espirazione
e, in quei due secondi di vuoto,
decifrò il mito della caverna
si disse coglione
si toccò l'altro
eruppe e cantò
nel blu dipinto di blu,



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