mercoledì 23 marzo 2022

Uniformati in uniforme

«Il popolo inglese ritiene di esser libero: si sbaglia di molto; lo è soltanto durante l'elezione dei membri del parlamento. Appena questi sono eletti, esso è schiavo, non è nulla». 
Jean Jacques Rousseau

Ai tempi del berlusconismo, se pur di cartapesta, esisteva un blocco politico e culturale che vi si opponeva e dava l'impressione - a chi soffriva di Berlusconi il regime - di avere a disposizione, in qualche modo, una sorta di spazio in cui trovare e, per alcuni, esercitare la critica e che questa avesse legittimità e visibilità pubblica (mediatica) e in patria e all'estero (con una punta di commiserazione, perché il fenomeno Berlusconi poteva accadere solo nel nostro “disgraziato” paese). Il culmine fu la vicenda Ruby e l'avallo parlamentare che la giovine fosse la nipote di Mubarak. Dopodiché, da Monti a Draghi - pur avendo rinnovato (!) il Parlamento per ben due volte -, non si è più avuta una netta separazione tra le parti, tutto si è andato amalgamando e uniformando, a livello politico e culturale, e anche la cosa chiamata movimento di corpo cinque stelle, ad altro non è servita che a far convogliare in un contenitore-trappola quel malcontento nei confronti dei cosiddetti partiti tradizionali, per farlo fermentare e digerire dal potere e renderlo innocuo come uno stronzo che cade e fa plof dentro la tazza del cesso (attenti allo schizzo di ritorno). 

Adesso è sparita persino la cartapesta: è tutto livellato, a parte qualche ininfluente escrescenza di alcuni che in vario modo, e con scarsi risultati, tentano di opporsi. Non esiste più un giornale-partito, non esiste per la verità nemmeno un partito: là dentro i luoghi del potere si è tutto uniformato, informati come sono dalle medesime esigenze di sopravvivenza, indifferenti alla diversità di opinioni e al fatto che non rappresentano il popolo, ma se stessi e gli interessi della classe sociale dominante che non finge più di dividersi in fazioni e colori, tutto è mascherato, tutto è diventato effeffe P2.
Anche sul piano artistico: ci sono comici, satirici che sbeffeggiano il re e i principini di turno? C'è un Nanni Moretti che porta a Cannes il Caimano? No, non c'è. Nessuno osa dire qualcosa che vada contro lo schifo attuale. I signorini e le bellefiche digeriscono tutto: che stomaco che hanno. O non ce l'hanno: ingoiano e cagano direttamente i loro sorrisi in tv.

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