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domenica 2 maggio 2021

Piazza social

Nei luoghi della solitudine quali i social, mi accade spesso di leggere commenti ai fatti salienti del giorno e, caso vuole, che oggi molti abbiano commentato sulla vincita del campionato dell'Inter, in particolare dei festeggiamenti in piazza Duomo, a Milano. 

- Quanta gente! 
- Io non ho parole!
- Che dementi!
- Perché la polizia non fa rispettare le regole? Perché non disperde l'assembramento con delle cariche come fa quando protestano i lavoratori e in Valsusa?

A ciascuno di questi commenti avrei voluto rispondere, ma ho lasciato perdere, ché la solitudine social è difficile da scalfire. Lo faccio qui, seguendo l'ordine.

- Che bello!
- Non è vero: ne hai quattro, del cazzo, più un punto esclamativo.
- Intelligente sarà lei, s'informi.
- Perché la polizia ha sempre avuto riguardi per i "tifosi", ché non disturbano l'ordine costituito, anzi. Ma a parte questo, non so come interpretare il richiamo alle proteste dei lavoratori e dei cittadini della Val di Susa: le denigrate e quindi approvate la dura risposta dei celerini, oppure vorreste che le proteste avessero un analogo trattamento di riguardo e potessero occupare le piazze e le strade per manifestare liberamente il loro dissenso? La prima che ho detto, merde?

domenica 1 novembre 2020

Rospi e cornacchie

Stare appostati come cornacchie in attesa che un rospo sia schiacciato sull'asfalto per andare a beccarne la carne frollata dagli pneumatici, finché l'asfalto ritorni più bello e pulito che pria: questo è il passatempo preferito di chi non ha niente da dire ma sta sui social media a vedere che cosa dicono gli altri, stronzate comprese.
Oggi, il rospo schiacciato è stato il presidente della regione Liguria, il quale ha scritto un tweet idiota (o gliel'hanno scritto i social media manager dalla regione Liguria pagati: peggio per lui) e, in due secondi, è stato becchettato centinaia di migliaia di volte dalle cornacchie, maschie e femmini. Eppure - al mio avviso garrulo di beccofrusone - se quel tweet si fosse concluso a metà


il rospo avrebbe continuato a saltellare dall'altra parte della strada senza essere schiacciato, con somma trestizia de le cornacchie appostate, le quali non avrebbero avuto di che sfamarsi in questa grigia domenica di Ognissanti.
Invece, forse abbagliato dai fari (spenti) della recessione e depressione economica, il Toti è andato a rimpozzare in un discorso da stronzi, sullo sforzo produttivo del Paese (cosa che, onestamente, fa pensare all'Italia seduta sulla tazza cesso a ponzare dpcm a ripetizione).


Ecco: non so se ancora si senta beccare sull'asfalto gli ultimi rigagnoli di sangue rimasti dello sventurato che è andato a toccare un nervo sensibile dell'indignazione general. Per carità: parlare di non indispensabili è sempre, non solo politicamente scorretto, ma umanamente assai deprecabile. Quindi, non dico che non sia giusto scalpitare, indignarsi e beccare di brutto, soltanto, a tal riguardo, in relazione agli scartati dalla produzione, sarebbe auspicabile non una sensibilità estemporanea, come una eiaculazione che dura cinque secondi sulla timeline e poi basta, bensì un'attenzione costante al problema dello sfruttamento capitalistico dimostrato, in maniera irrefutabile, da Marx nella sua teoria dell'accumulazione e del lavoro salariato, giacché lo sforzo produttivo, checché ne dicano le anime belle intellettuali del pensiero egemone, è prodotto solo dalla forza lavoro sfruttata, malpagata, frustrata, repressa, derisa, picchiata e derubata...  (e ti amo Mario) che voi volete far stare a casa per proteggere gli anziani, accontentandosi dei ristori governativi (elemosine) e senza nemmeno pensare alla rivoluzion. Ah, no! Non si deve protestare! Non si devono spaccare le vetrine! La rivoluzione si fa in casa, con le ciabatte di Tony Pons.

martedì 10 settembre 2019

Consigli social


Suggerimenti per i due movimenti (di corpo) politici.

1. Aprire social personali: Fasciobook e Fascinstagram nei quali, oltre ai programmi e interventi politici, mostrare anche liberi e arditi capezzoli.
2. Tentare l'iscrizione con nomi nuovi: Casa Paunde e Forza Fava; quindi diffondere pace, amore, gioia infinita.
3. Mantenere e potenziare l'account su Twitter usando gli hashtag giusti per avere più probabilità di essere retwittati da Salvini, Trump o da un professore della Luiss che scrive articoli per Limes.
4. Ultima ratio: rinunciare ai socialmedia, aprire un blog cadauno (questa è cattiveria mia pura).

venerdì 28 giugno 2019

Paviglianiti!

Pubblicizzati, non si sa quanto disinteressatamente, sulle colonnine di destra dei più importanti quotidiani online, gli youtuber da dieci, quindici, venti milioni di follower rilasciano dichiarazioni alla redazione che li interpella sullo svolgimento della loro attività videoamatoriale, di vario genere: dalla giovane donna che insegna come si fa a truccarsi, allo spinacione che fa il giro del mondo in bicicletta elettrica; dall'esperto bricoleur, al sapiente cuciniere di stoccafissi.
Le copiose visualizzazioni, che ogni loro video riporta, attestano quanto appunto siano seguiti e, indirettamente, quanti giga di connessione siano spesi per guardare le imprese di questi dilettanti non più sconosciuti. Bravi. Uno su dieci, quindici, venti milioni ce la fa a emergere e a sussistere, a quanto pare egregiamente, senza "lavorare".

Io - che apprendo della loro esistenza perché ogni tanto mi casca l'occhio (oddio... lo raccatto, dopo) sulle suddette colonnine - mi chiedo - marginalmente, molto marginalmente - perché le redazioni dei giornali, che lamentano, oltre all'irreversibile calo delle vendite in edicola, il monopolio imperante dei giganti dei social-media, perché prestano un giorno sì e l'altro pure tanta attenzione non tanto a internet come fenomeno in generale, quanto alle scorie che esso produce? Perché, insomma, queste cazzate fanno notizia? Perché, per contro, non hanno spazio le storie minime di anonimi signori che nel dopolavoro, dopo la spesa ai supermercati, la cena in canotteria, si svaccano sui divani e si addormentano a guardare inutili serie televisive? Che cosa hanno questi di meno esistenziale dei fighetti (e delle fighette) di youtube? 


«Dica».