Ci sono tante ragioni per andare a votare domani, in primis quelle di far dispetto a coloro che hanno suggerito di non andare a votare (Renzi, ma specialmente #Napolitano) affinché non sia raggiunto il quorum.
Al contempo, ci sono anche delle ragioni per non andarci, di certo meno persuasive rispetto ad altre occasioni, tranne una, invero poco ragionevole, istintiva, dovuta alla mia particolare insofferenza per certi tipi umani che il cittadino vice presidente della Camera dei deputati incarna alla perfezione.
Osservate attentamente i suoi lineamenti fotoscioppati (precisione millimetrica dell'acconciatura, la boccuccia aperta nell'atto di pronunciare probabilmente una "e", la mano disarticolata dall'arto che sorregge il megafono); fate attenzione, altresì, a come gli stanno a pennello giacca-camicia-cravatta. Orbene, tale figura non vi incute un po' di timore anche adesso che, in fin dei conti, svolge un ruolo politico dai banchi dell'opposizione? Non so perché, ma se esistesse una Google Maps storica, collocherei senza indugio tale personaggio in un preciso periodo storico in cui egli rivestirebbe, con agio, i panni di un gerarca, o di un SA, o di un commissario del popolo.
Ma soprattutto, guardate quell'uomo coi baffi (leggermente fuori fuoco), guardate con quale inquietudine frammista a pena lo guarda: sembro io¹.
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¹ Andrò a votare cercando di esprimere, con un emoticon improvvisato, la medesima faccia.