martedì 9 maggio 2023

Equivalenze

 

Sì, io non ho fiducia nelle istituzioni, a cominciare dal sindaco, al presidente della regione, su su, fino ad arrivare a colui che, il 5 settembre del 2021, alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2021-22, nel suo intervento sostenne che non si doveva invocare la libertà di non avere fiducia nelle istituzioni, quindi, sì: io non ho fiducia nelle istituzioni, a cominciare dal sindaco, su su...

domenica 7 maggio 2023

Generazione di fenomeni


Purtroppo il perculamento non infrange l'ottusità ideologica. Dieci anni di iPhone, Android e media sociali annessi hanno piallato molte connessioni neuronali anche a noi della terzultima, quindi, c'è poco da fare gli spiritosi. 
Epperò, per far sì che i giovini fan della Thunberg non si adagino sugli asfalti al fine di essere sollevati e rimossi dagli automobilisti o dai camionisti incazzati e offrano le loro terga a ben più nobile causa, chiedo loro: quante auto euro 4 ci vogliono per pareggiare l'emissioni CO₂ di un carrarmato Leopard della Werhmacht offerto ai kantiani del reggimento Azov in comodato d'uso gratuito?

lunedì 1 maggio 2023

A Bibbiena

Camminavi un passo a me
avanti perché
ti guardassi la schiena
leggermente imperlata
dal sudore del maggio
che ci vide racchiusi
dentro un’auto amaranto.

Camminavi e ogni tanto
giravi la testa 
per adocchiare te stessa
di riflesso nelle vetrine
prima di arrivare su in piazza 
Tarlati, poi sulla terrazza 
affacciata su un occidente infuocato.

Mi dicesti: “Puoi buttarti di sotto
tanto c’è l'ospedale vicino
se vuoi far passare il dolore
con un dolore più forte”.
Continuavo a fissarti la schiena,
quel sudore che adesso
vedevo di sangue, come il tramonto.

Ti risposi: “Non sono pronto
a morire d’amore: preferisco
portarti conficcata come una spina
perché la spina dura nel tempo
più dei petali che mi hai fatto sfogliare;
perché è meglio non potere più amarti
che smettere d’amare”.


sabato 29 aprile 2023

Nessuno ha riflettuto. In memoria di Craxi.

 


Ero lì, anche se non ero lì, bensì davanti alla televisione a gridare, con la folla, «Vuoi pure queste, Bettino, vuoi pure queste...», anch'io con cento lire in mano, pronto a lanciarle contro il nemico.

Non ho scusanti: credevo veramente che Bettino Craxi, con tutta la classe politica italiana, a parte qualche eccezione (la "Sinistra"!... che coglione), fosse da mettere in carcere, da spazzare via. 

Il discorso che poi Craxi fece in Parlamento, riletto oggi forse il discorso parlamentare magistralmente più elevato della storia repubblicana, e il silenzio assordante che ne seguì da parte degli altri partiti, ex comunisti compresi, avrebbero dovuto farmi subito capire che aveva ragione lui e non chi tentava di approfittare della caduta della cosiddetta “prima repubblica” (Occhetto di spalla compreso, ancora vivo, ma più morto di Craxi da un po').

Il ventennio berlusconiano che seguì, con le parentesi peggiori (ma che, stoltamente, in quei frangenti, mi facevano respirare, come le canne di Nanni Moretti) del centrosinistra vigliacco e infame che ha posto le basi, più del Centrodestra, dello sfacelo odierno (D'Alema e il bombardamento su Belgrado fu la pagina più vergognosa), mi hanno tenuto a mollo nella credenza che il giochino democratico potesse valere ancora qualcosa. Questo, almeno, sino alla comparsa di Monti, dopodiché, per quanto mi riguarda e, ripeto, in modo assai tardivo, sono cadute tutte le maschere del Potere, sino a sperimentarne la presa ferina delle disposizioni governative urgenti relative alla comparsa del coronavirus, periodo durante il quale, in particolare con l'arrivo del sacro siero e con l'accanimento persecutorio non solo e non tanto disposto dal governo, ma della folla - sobillata dai media, i quali hanno creato appositamente, per nutrirsene, il clima infame della caccia al capro espiatorio - ho percepito in buona misura come ci si sente a essere colpiti dalle cento lire.

E riporto uno stralcio del discorso su rammentato, nel quale Craxi descrive qualcosa su cui si augurava fortemente una riflessione:

«Contro un demone di questa natura allora tutto era possibile, tutto giustificato, tutto lecito.
Può capitare nel corso della storia che la violenza nell’uso di un potere sia necessaria ed inevitabile ma è necessario allora che essa sia chiamata con il suo nome, sia riconosciuta ed esaltata come tale e non mistificata e proclamata in nome delle leggi o degli ordinamenti in vigore. In questo caso sapremo senza possibilità di equivoci di essere di fronte ad una nuova forza, ad una nuova legge e ad un nuovo potere. Una “rivoluzione”: così sono stati definiti e così molti concepiscono gli avvenimenti di casa nostra. Può darsi. Però allora è bene essere consapevoli che una rivoluzione è di per sé sempre una grande incognita ed una grande avventura, ma soprattutto che una rivoluzione senza un ceto organico di rivoluzionari è destinata solo a distruggere ed a preparare un fallimento certo. C’è stata violenza nell’uso del potere giudiziario, nell’uso dei sempre più potenti mezzi di comunicazione, c’è stato un eccesso di violenza nella polemica politica, nella critica, nel linguaggio, nei comportamenti.

E la violenza non può far altro che generare violenza, nei giudizi, nei sentimenti, nelle passioni, negli animi. In quale democrazia del mondo, a memoria del secolo, inchieste giudiziarie, ed il clima esasperato che attorno ad esse è stato creato, hanno potuto provocare tanti suicidi, tentati suicidi e morti improvvise. In quale Paese civile e libero del mondo si sono celebrati in piazza tanti processi sommari, si è assistito a tanti pubblici linciaggi e si sono consacrate tante sentenze di condanna prima ancora che sia stato pronunciato un rinvio a giudizio? Tutto questo non può non far riflettere. Doveva far riflettere, mi auguro che faccia riflettere.



martedì 25 aprile 2023

Domanda commemorativa

C'è qualche autorità o qualche intellettuale di “rango” che oggi, durante le celebrazioni del 25 aprile, per ricordare la liberazione dal nazifascismo, abbia richiesto, anche solo di passata, che l'Italia sia liberata da un'altra occupazione militare straniera che dura - almeno dal 1991 - senza un perché? 

domenica 23 aprile 2023

Ultimi burri

Il sabato mattina, in un paese vicino casa, ogni due settimane si tiene un mercato di artigiani e agricoltori locali (il cosiddetto chilometro zero), presso il quale sovente mi reco per acquistare generalmente roba da mangiare. 
Ieri, presso il banco di formaggi di latte di mucca, ho trovato finalmente (giacché va a ruba) del burro, un po’ caro (100 grammi, 3 euro), ma buono assai. 
Dopo avermi spiegato che l'aveva fatto proprio ieri con la panna fresca, la pastora mi ha chiesto:

- Come lo usi?
- Non come Marlon Brando, ho risposto.

Mi ha fatto il resto perplessa e mi ha detto di mangiarlo in fretta perché - non avendo conservanti - tra una decina di giorni scade di già.

martedì 18 aprile 2023

A Rassina

A Ràssina, a fare due passi
tra i resti di maestosi pini silvestri
tagliati perché le possenti radici
deformavano il manto stradale;

a guardare le grigie finestre
affacciate sul cementificio
che di notte pare una stazione spaziale.
Pensavo mi amassi.
                               Pensavo male.

Uno bis

Preso dalla vaga idea d’inabissarsi, pensò di comprare una tuta da palombaro, senza tubi o altri attaccamenti al mondo aereo, per dimenticare lo scempio diurno dei voli a basso costo, tanto basso, che costa di più un biglietto di treno da Massa a Carrara, che un volo da Bologna al Bois de Boulogne. 
Misteri sorosiani, di gente che non crepa e assalassa consimili da sfruttare e pasturare con i propri scarti: ecco qua le mie unghie incarnite, sono buone macinate per condire la vostra miseria. 

Allora cambiò idea sugli abissi, restò in superficie e si masturbò seguendo le istruzioni su come cambiare il colore delle vie di fuga, tutto per colpa di una vocale, la seconda. 
Centouno colpi di spazzola, perché i bricoleur amano i numeri dispari.


domenica 26 marzo 2023

Otanato

«Nei fenomeni storici che fanno parte dell’evoluzione dell’umanità avviene che, per via di una certa inerzia, si tengano in vigore delle cose che un tempo hanno avuto una legittimità o che erano ragionevoli, che hanno avuto delle cause, e che poi hanno perduto quello slancio. Se, per esempio, una collettività ha bisogno di difendersi per un certo periodo di tempo, è senz’altro legittimo che a questo scopo vengano create delle professioni di tipo poliziesco, militare. Ma quando il pericolo contro cui ci si doveva difendere viene meno, quella categoria professionale continua a esistere, bisogna continuare ad avere persone che esercitino quel mestiere. Costoro vogliono continuare a esercitare la loro professione, ragion per cui si forma qualcosa che non ha più delle cause spiegabili nelle condizioni reali. Forse da ciò che esisteva a scopo di difesa si forma addirittura qualcosa che presenta un carattere aggressivo».

Rudolf Steiner, L'uomo tra potere e libertà, 1920, Archiati Verlag e K., Bad Liebenzell 2005 (pag. 63)

martedì 21 marzo 2023

Ecco Come

 






Ed eccolo qua, il Come pubblicato. 
Ho avuto la fortuna che il Come sia stato letto in anteprima da Fabio Pusterla, gran poeta, letterato, ex direttore editoriale della collana “poesia” della Marcos  y Marcos  (e per questo gli inviai una copia). Egli mi disse, appunto, che non svolgeva più tale compito, mi spiegò inoltre le complicazioni del pubblicare poesia oggi (ci sono libri di poesie programmati per i prossimi due anni) e - a parte questo - egli mi scrisse quanto sopra. Beninteso, a lui ho chiesto l'autorizzazione (concessa) di inserire, come presentazione, la sue parole. Ogni poeta ha sempre bisogno del sostegno di un Virgilio...


Insomma, ecco qua Come a primavera.

Libretto rosso Mio, non di Mao.
È bello come volevo che fosse. È una bella cosa averlo tra le mani. È bello anche leggerlo, se vi piace leggere poesia. È un punto di approdo e di partenza. È cosa fatta, capo ha.

L'editore ha messo un prezzo (10 euro) per mandarlo in circolazione tramite distributore, con tanto di codice isbn eccetera (mi è stato detto che tra domani e dopodomani sarà ordinabile nelle librerie).
A chi passa di qua, se preferisce averlo da me, lo dica, glielo invio¹.  A quanto? Giudicate voi il valore, con un libero apprezzamento (da considerarsi non un ammortamento, bensì un ravvivamento).

Non voglio farla lunga. I ringraziamenti sono nel libro. Ad essi, aggiungo quelli al governo Conte, al governo Draghi, a Mattarella, al PD, alla triade sindacale, alla fede nella Scïenza, a tutte le forze dell'ostacolo contro l'individuo che indietro o dentro il gregge no, cazzo no, non vuol tornar.

Baci.

_______________
[¹] A coloro che avevano, bontà loro, inviato un contributo sulla fiducia, l'ho già spedito.


giovedì 16 marzo 2023

Pensavo a Poppi



Pensavo a Poppi, ai suoi pioppi,
ai suoi tetti spioventi, alle genti
che passano scalze sulle lastre
di pietra serena, alla luna piena
grattata dai merli del castello
incantato, al pratello antistante,
al busto fascista di Dante,
che ancora non si raccapezza
come possa il suo viso, 
che ha visto la luce del paradiso, 
essere stato fatto di bronzo
come uno stronzo qualsiasi
che nessuno accarezza, che 
nessuno ricorda, neanche i piccioni
che volano alti sui tetti di Poppi.

domenica 5 marzo 2023

Il senno del mai


Ricordo con chiarezza una riunione concitata via Zoom di molti sanitari della mia regione, persone di grande cultura e grande talento professionale – i più bravi su piazza, per capirci – che si confrontavano su cosa fosse il caso di fare per opporsi al coronavirus che stava entrando nelle case di tutti. Riascoltando oggi quelle parole è molto facile dare un parere: erano quasi tutte sbagliate. Sbagliate non di un po’, di moltissimo. Era un momento drammatico, di quelli che accadono una volta ogni cento anni, noi non ne sapevamo nulla: sbagliare era inevitabile. Si sbagliava allora, all’inizio di quel 2020, per sbagliare un po’ meno la volta dopo e per sbagliare ancora un altro po’ meno quella successiva. La medicina funziona così.

Senza aver partecipato a riunioni concitate su Zoom, ricordo anch'io con chiarezza che, all'inizio del 2020, v'erano pochi sanitari (non so se di grande cultura o di grande talento professionale: comunque, anch'essi medici e ricercatori) che proponevano una diversa strategia di contrasto al coronavirus da quella adottata dal governo e da tutti i quadri comando della sanità pubblica italiana, strategia tanto invocata e osannata dai media e dalla maggioranza della popolazione fratelli d'Italia andrà tutto bene. Questi pochi sanitari sostenevano che:
- il confinamento e/o il coprifuoco esteso a tutta la nazione era una misura restrittiva inutile, repressiva, insensata e dannosa; 
- il concetto di asintomatico positivo costretto in casa perché considerato un untore era una barbarie degna della storia della colonna infame;
- il virus si poteva curare con dei farmaci specifici facilmente reperibili e non con il paracetamolo e la vigile attesa.

Avevano ragione, ma riconoscerlo e chiedere scusa non è contemplato. Anzi, Mantellini li tratta con lo stesso piglio con il quale venivano apostrofati quando provavano, nella bolgia del dibattito pubblico, a pronunciare le loro tesi (quando lo show gli concedeva un minuto nella fosse dei leoni).

In casi come questi nulla è più ridicolo e patetico dei narcisisti che oggi spiegano che se si fosse fatto come loro dicevano allora si sarebbero salvate migliaia di vite umane. 

Narcisisti ridicoli e patetici (becchi e bastonati) come osate dire che avevate ragione? Non avrete mica l'ambizione di diventare dirigenti delle aziende sanitarie? Che nessuno tocchi i più bravi sulla piazza, tanto cari all'assennato Mantellin.

sabato 4 marzo 2023

Credere nel valore e poiché


C'è chi scende scende scende in piazza mano piazza contro contro il fasci fasci ismo ismo e una lepre pazza.
E c'è chi gioca a tennis senza rete.
A ping pong senza pallina.
A golf senza mazza.
Valditara è Valdilordo meno Valdinetto?
Largo ai giovani? Meglio a Giovanni, a partire dal Prologo.
Il tempo passa e per salire nei mezzi pubblici che portano alle manifestazioni il green pass non serve più.
Le Erre Esse U.
Che mondo: anche i sepolcri sono stati verniciati di rosso.
Belli ciao che lavorano di sabato pomeriggio, ché è un prefestivo.