mercoledì 19 giugno 2024

E la chiamano Sabbia

Gli esperti (scienziati meteorologi) e i diffusori di notizie la chiamano Sabbia del Deserto, ma io non ci credo, perché dovrei, io alzo gli occhi al cielo e mi basta per capire, così come mi bastò poco per capire che non era vero che i farmaci ogm che, per decreto del presidente del consiglio, imposero di fare, sotto ricatto, al popolo, non contrastavano la diffusione epidemica della corona e che, peggio, facevano più male che bene alla salute (mi auguro soltanto sia vera l'ipotesi che, i solerti sanitarmilitari dell'epoca, una volta visto che stava compiendosi un avvelenamento generale della popolazione, abbiano somministrato una grande percentuale di placebo, un po' a casaccio e un po' no, e per questo motivo persista e permanga il gran Segreto di Stato sulla vicenda).

Ma dicevo: la chiamano Sabbia del Deserto e io non ci credo, anche perché, senza un alito di vento, come fa la sabbia a spostarsi in quota? Quota cento, come le scie di ieri, copiose che restavano là sospese nell'azzurro, per poi sfilacciarsi, espandersi e velare il sole e l'azzurro con quello che ne consegue: grigio del cielo e le mutande al Sole. 

Per questo, di tanto in tanto, invocando l'aiuto delle Gerarchie Celesti, lancio il mio soffio in alto lassù, nel grigio dipinto di grigio. Solo questo posso fare, non altro. Non ci sono autorità terrestri da invocare e non ci saranno, anche quando elette direttamente dal pop. Invocherò soltanto quella Autorità che, negando se sé, con un ultimo decreto, decida che l'unico sovrano è l'individuo e da qui tutto il resto conseguente:

- abolizione totale di ogni tipo tassazione, tributo, obbligo previdenziale, col risultato del dimezzamento dei prezzi e il raddoppio del potere di acquisto di tutto il denaro esistente;
- sulla massa monetaria, applicazione di un'unica tassa, piccola e ineludibile (all'incirca un 8% annuo) che non si scarica sui prezzi e che impedisce l'ingiusta speculazione finanziaria, parassitaria dell'economia reale. Col ricavato di questa tassa si fanno due cose:
- istituzione per ciascun cittadino, dalla nascita alla morte, di un reddito di esistenza, mensile, in misura uguale per tutti e tale da garantire il diritto a una vita libera e dignitosa;
- lo Stato si occupa soltanto dell'amministrazione della giustizia e della pubblica sicurezza, con magistrati eletti direttamente e periodicamente dai cittadini.

Con queste semplici misure, ciascun individuo è libero e l'unico sovrano della vita sociale e tutte le istituzioni sono al suo esclusivo servizio. Il lavoro non sarà più una merce e nessuno sarà più costretto a lavorare per vivere. Il lavoro sarà svolto su vocazione e/o per avere maggiori risorse personali. È chiaro che i lavori cosiddetti umili, non essendo più nessuno costretto a farli, saranno probabilmente quelli più pagati. Lo Stato non si occupa più di economia, di sanità, di scuola, di cultura... 

Nessuna presa della Bastiglia perché non ci saranno più bastiglie: i palazzi del potere saranno venduti al miglior offerente, c'est tout...


sabato 15 giugno 2024

Finalmente luce

Contate quante volte ormai l’azzurro
che appare all’alba si trattiene e quante volte,
invece, il cielo è sporcato
dagli scarichi bianchi degli aerei
e non da nubi dalla forma variopinta
tra il bianco virgineo della panna
al grigio-nero e cupo dell’ardesia.
Quante volte al Sole è impedito
di raggiungere i cuori inumiditi
degli indifferenti al dolore e allo strazio
dei corpi lacerati dalle bombe e dagli stenti;
dalla tendenza generale del potere
di far inginocchiare l’umana gente
dinanzi al dio denaro, il dio unico
che non muore e che impone sacrifici
sugli altari insanguinati della produzione
bellica e finanziaria. 

Il dio-denaro, unica merce che non muore,
fa morire chi non lo possiede,
perché ha più valore esso della vita
resa schiava da tale ipostatizzazione. 
Cosa fare? Poco, basterebbe un niente
una tassa piccola e ineludibile sull’intero
ammontare della massa monetaria esistente,
un prelievo mensile che permetterebbe,
come l’humus, di far risorgere la Terra,
donando in cambio a tutti quanti i figli d’uomo
quello che gli spetta in quanto tali:
un reddito di esistenza incondizionato
dalla nascita alla morte e in misura
uguale per tutti e tale da permettere
a ciascuno una vita libera e dignitosa
non più schiava del lavoro perché il lavoro
finalmente non sarà più una costrizione
ma sarà scelto liberamente per vocazione o desiderio
di aver qualcosa in più di quel ch’è dato.

Con l’altra parte del ricavato di questa tassa
lo Stato si occupa solo dei compiti che gli sono propri:
amministrare la giustizia e la pubblica sicurezza
con giudici eletti direttamente e periodicamente 
dagli individui liberi e unici sovrani della vita sociale
e con le istituzioni poste interamente al loro servizio.

E il gioco inutile e litigioso della rappresentanza
politica dentro i parlamenti avrà fine,
perché ognuno sarà rappresentante di sé stesso
nessuno deve più stare sul piedistallo
a comandare perché eletto da una falsa
sovranità popolare, mero figurante che non sa
niente di te ma che promette mari e monti
purché tu gli conceda quella moneta bucata
del tuo voto che è solo un vuoto a perdere.

Dunque, basta. Smetto di giocare
a questo gioco inutile e perverso
che non porta a niente se non ai godimenti
illusori di chi vince, e se vince, vince meno
quando vince lo scudetto la sua squadra.

Sto in silenzio a contare gli scarsi
giorni di cielo azzurro concessi
dai demòni attuali che hanno deciso che
fa troppo caldo e dunque occorre
coprire il Sole con vapori velenosi.
Sto in silenzio, anzi scrivo
coi piedi freddi, cammino e sento
intorno a me tanta gente tossire raffreddata.
Se qualcuno passasse mi vedrebbe
soffiare verso l’alto invocando
l’aiuto dell’Arcangelo e degli Esseri
elementari affinché essi soffino via,
nel rispetto della volontà del Padre,
il grigio lattiginoso imposto dalle forze
deputate a porre ostacoli nel cammino
della nostra evoluzione.

Perché ancora c’è da camminare
nell’epoca dell’anima cosciente
insieme al Cristo che, come ai discepoli
di Emmaus, ci cammina accanto
ed è qui con noi dal giorno in cui
fu crocifisso e morì per risorgere e ascendere 
e diffondersi nel Corpo della Terra
e nel cuore di chi sarà capace 
di riconoscerlo e di accoglierlo
per diventare, egli stesso, e finalmente, Luce.

sabato 8 giugno 2024

Domande maggiorenni

Stamani, dopo aver alzato gli occhi al cielo per osservare le ennesime X vaporose con le quali gli aviogetti sporcano l'azzurro, ho pensato: in tutta onestà quanti di noi maggiorenni, italiani ed europei, hanno bisogno di essere rappresentati per vivere? Che senso hanno i rappresentanti e, soprattutto, che scopo ha votarli, perdipiù Di Sabato?

Nessuno.

domenica 26 maggio 2024

A cena in Emmaus


 Chissà perché mi torna in mente una delle ultime, forse l'ultima campagna elettorale che Craxi fece come segretario del PSI (ma non ricordo per quale tipo di elezioni, forse politiche). Durante una trasmissione televisiva mi sembra su Rai 2, che andava in onda all'ora di pranzo, egli si fece intervistare, se non sbaglio seduto a un tavolino da bar ristorante, da Fabrizio Frizzi. Quest'ultimo, mentre mangiavano o bevevano qualcosa, gli chiese che cosa la politica avrebbe dovuto fare per sconfiggere la fame nel mondo. E Craxi, senza esitazione, rispose: «C'è scritto nel Vangelo».

Aveva ragione.





domenica 19 maggio 2024

Pentecoste

«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi», Giovanni, 8, 32

Mattina di maggio:

il coraggio di essere sé

quando tutti dicono che

tu non devi essere te

ma soltanto un essere che

nasce vive e poi muore

con un niente dapprima

con un niente dipoi

nell’insignificanza gettato

dalle leggi del caso.

E per un tempo ci credi

a queste novelle fedi

dei tempi moderni

agli inferni dell’aldiqua

dato che l’aldilà è stato

annullato dal pensiero riflesso

che comprime sé stesso

in un ammasso di neuroni.


Quando una mattina di maggio,

tra nuvole basse

che accarezzano i monti,

filtra un unico raggio

spettacolare, un raggio

particolare che illumina

l’intorno e nell’interno vedi

una parte di te proiettata nel tempo,

il tuo cuore si allarga,

la tua mente si accende

e le gambe si mettono in moto

saltando per dodici volte

sulle stelle dello Zodiaco

imitando i passi degli Angeli

e hai il presagio che la vita mortale sia

simile a quella che nel cielo s’indìa”.*



[*] da G. Leopardi, Alla sua donna

sabato 27 aprile 2024

La bella tagika


Seduto mi guardo tra petto ed ascella
al caldo aspettando un refolo dalla finestra
e scendo e controllo se nella cella
dell'ombelico ci possa stare un'esca.

Dalla vita dei pantaloni esce un'etichetta:
è doppia, coi consigli su come lavare stirare;
c'è la taglia e la marca e la cosiddetta
provenienza: made in Tagikistan, un affare.

Ho i pantaloni tagiki e volentieri penso
alla bella tagika che me li ha cuciti
cosa faccia ora che per lei è notte tarda.

E chissà se lei si chieda dove sia finito
il frutto del suo lavoro e se cercare un senso
dentro la globalizzazione azzarda.


P.S.
ho ritrovato questo sonettino scritto una dozzina d'anni fa e mi sembra simpatico ripubblicarlo

giovedì 25 aprile 2024

Matteo 23 per il 25


Matteo 23

1 Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 2 «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3 Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. 4 Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. 5 Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6 amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7 e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. 8 Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9 E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11 Il più grande tra voi sia vostro servo; 12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
13 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. 14  15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
16 Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. 17 Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? 18 E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. 19 Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? 20 Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; 21 e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. 22 E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28 Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, 30 e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; 31 e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. 32 Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? 34 Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35 perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. 36 In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
37 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! 38 Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta39 Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

lunedì 22 aprile 2024

Brevi premesse ritenute necessarie

« Prima di dettagliare il mio pensiero sul problema dell’emissione monetaria, è necessario che io faccia delle premesse relative alla visione della Vita sottostante a tale concezione.

Io considero che la Terra potrebbe contenere numerose volte il numero degli attuali abitanti.

Ciò che manca non sono le risorse materiali, ma dipende dall’inadeguatezza culturale con cui esse sono gestite ed usate dagli Esseri Umani.

Tale inadeguatezza deriva dal fatto che gli Esseri Umani provengono da condizioni di schiavitù e sottomissione da cui nei secoli hanno cercato lentamente di liberarsi, anche attraverso la Scienza e la Tecnologia che oggi hanno reso prive di fondamento le giustificazioni della insufficienza delle risorse. (Malthusianesimo).

L’assorbimento delle energie nella sfera materiale ha reso lento il progresso verso la crescita culturale delle Coscienze.

Oggi con il diffuso benessere di alcune parti del Mondo, alcuni individui cominciano a rendersi conto che la soluzione dei problemi non vada più cercata nella sfera delle risorse materiali, ma nel campo delle Idee, con un necessario cambiamento della mentalità, acquisita nella dolorosa lotta per la vita, verso una visione del Mondo in cui l’altro non sia più visto come un concorrente, un avversario, un nemico da abbattere, un pericolo da combattere, ma invece come una risorsa positiva da cui potrà trarre beneficio l’intero Genere Umano.

Siamo appena all’inizio di tale rivoluzione culturale, ma l’intelligenza acquisita nel periodo della lotta per la sopravvivenza, presto farà pervenire molti a conclusioni diverse da quelle del passato che hanno portato a guerre disastrose, che hanno generato ogni genere di mostruosità.

Gradualmente le Coscienze si vanno risvegliando e cominciano a sentire il bisogno di valori immateriali, come i soli che possano placare il dolore che emerge dall’anima anelante ad una felicità intravista e non ancora conquistata.

Siamo arrivati a capire che la felicità non potrà mai derivare dalla capacità di Odio, ma dal suo contrario cioè dalla capacità di Amore.

Ci avviamo sulla strada di vedere in ogni Essere Umano, anche il più diverso, un Fratello che ha in sé un’anima come la nostra.

Gradualmente il nostro sforzo ed il nostro impegno non sarà limitato alla soluzione dei problemi immediati ma cercherà di allargare la visuale verso la ricerca del senso delle cose, del senso della Vita.

Con tale atteggiamento saremo sempre più aperti a concezioni come quelle che vanno sotto il nome di Antropocrazia che vogliono modificare radicalmente gli assetti sociali, perché gli Esseri Umani abbiano sempre più tempo per la crescita interiore e non soltanto per la mera sopravvivenza.

Occorre passare dall’analisi dei Mali e dalle semplici lamentele ad una progettualità capace di porvi rimedio, prima sul piano ideale e poi su quello pratico.

Gli Esseri che sono stati capaci di creare le meraviglie della moderna tecnologia, saranno anche capaci di creare le condizioni perché si possa goderne a pieno i vantaggi ».

Nicolò Giuseppe Bellia, Tarquinia, 5 giugno 2005

giovedì 11 aprile 2024

Pasqua

Ditemi in cosa differisce

questa sera dalle altre sere?

In cosa, ditemi, differisce

questa pasqua dalle altre pasque?

Accendi il lume, spalanca la porta

che il pellegrino possa entrare,

gentile o ebreo:

sotto i cenci si cela forse il profeta.

Entri e sieda con noi,

ascolti, beva, canti e faccia pasqua.

Consumi il pane dell’afflizione,

agnello, malta dolce ed erba amara.

Questa è la sera delle differenze,

in cui s’appoggia il gomito alla mensa

perché il vietato diventa prescritto

così che il male si traduca in bene.

Passeremo la notte a raccontare

lontani eventi pieni di meraviglia,

e per il molto vino

i monti cozzeranno come becchi.

Questa sera si scambiano domande

il saggio, l'empio, l'ingenuo e l'infante,

E il tempo capovolge il suo corso,

l'oggi refluo nel ieri,

come un fiume assiepato sulla foce.

Di noi ciascuno è stato schiavo in Egitto,

ha intriso di sudore paglia e argilla

ed ha varcato il mare a piede asciutto:

anche tu, straniero.

Quest’anno in paura e vergogna,

l’anno venturo in virtù e giustizia.

9 aprile 1982


Primo Levi, Ad ora incerta, Garzanti 

lunedì 1 aprile 2024

Tocca a noi dirlo

 «...Per quanto mi riguarda voglio dirvelo in un modo assolutamente chiaro: non sto facendo questioni di lana caprina per le quali noi ci tiriamo via dal mondo di oggi e per questi tre o quattro giorni andiamo in brodo di giuggiole sul vangelo di Giovanni dimenticando il mondo! No! Qui o noi andiamo alle radici del dolore che c’è nel nostro mondo e ci facciamo veramente dei pensieri sul modo di non rendere più necessari questo dolore e queste guerre, oppure andiamo a casa. Non mi interessa venire dalla Germania per fare teorie, proprio non mi interessa, ho abbastanza da fare!

Quello che facciamo qui è la cosa più necessaria, più impellente, più urgente che ci sia per alleviare, per lenire la sofferenza enorme che c’è nel mondo: le guerre che hanno tutte la loro origine nel materialismo. Non nell’egoismo, perché dire che il problema è l’egoismo è solo un moraleggiare! L’egoismo lo deve avere ognuno, l’egoismo è il sano amore di sé: in quanto amore di sé l’egoismo va benissimo perché nessun uomo può dare qualcosa agli altri se non ama se stesso in modo da costruire in sé il meglio da dare. Il problema, la radice della disumanità e della sofferenza del mondo d’oggi non è l’egoismo, è il materialismo!

La guerra in Iraq che ha creato una recrudescenza del terrorismo, che ha creato una disumanità tale che ogni volta che prendiamo un aereo vediamo che ormai non ci possiamo neanche più muovere liberamente, il motivo più profondo di questa guerra è che qualcuno voleva il petrolio. È il materialismo, la radice! La cosa è lampante, e non è che io voglia adesso semplificare cose che sono complesse: abbiamo il diritto di andare ai fattori centrali. Non sto dicendo che non ci siano altri aspetti, però questo è un aspetto fondamentale. E se i politici, anche in Italia, non hanno il coraggio di dirlo in faccia al potente, al primo potente, tocca a noi dirlo, tocca a ogni individuo, perché se nessuno lo dice…

Farci una bella goduta del vangelo di Giovanni senza dirci queste cose sarebbe un tradimento dell’umanità. O facciamo queste cose perché appartengono proprio al nostro vivere con l’umanità di oggi, oppure lasciamole perdere.

La soglia a cui ci troviamo in questo vangelo è proprio la soglia dell’umanità di oggi: o riconquistiamo la realtà creatrice dello spirito oppure ognuno di noi getta l’umanità in un abisso di sofferenza sempre più terribile! Ma sono io a farlo, non gli altri!, se non coltivo lo spirito, se non godo lo spirito. L’umanità è fatta di individui, e i tempi in cui si manovravano gli individui per gruppi e per popoli sono finiti. Quando si ricade in questi anacronismi, succedono le tragedie del nazionalsocialismo, per fare soltanto un esempio, o del fascismo in Italia.

La cruna dell’ago dell’evoluzione in divenire è l’individuo. E se vogliamo un’umanità dove ci sono cento milioni di persone che godono e coltivano lo spirito, duecento milioni, questi milioni non saltano fuori insieme, saltano fuori uno alla volta, ognuno per creatività individuale. Oppure non ci saranno mai questi duecento milioni, e l’umanità non sarà mai migliore...»

Pietro Archiati, da "IL VANGELO DI GIOVANNI - 11"

Undicesimo fascicolo

Seminario sul Vangelo di Giovanni tenuto da Pietro Archiati a Rocca di Papa (RM) dal 25 al 28 Agosto 2006

domenica 31 marzo 2024

Nato nella casa del pane

Sono nato nella casa del pane
perché il mio corpo potesse
essere mangiato
perché il mio corpo diventasse
il nutrimento
di ogni bambino che nasce
di ogni vecchio che muore
di voi tutti che vivete facendo
di tutto per non vedere
da dove viene quel pane
che sale dalla terra
perché è sceso dal cielo
e si è fatto uomo e fu crocifisso
per dare alla terra
la luce del cielo.

Se aveste potuto vedere
come ora vedete in perpetua finzione
la Terra dal cielo quel giorno
in cui il Figlio ritornò dal Padre
e si è unito per sempre alla Terra,
avreste veduto e creduto
in un batter di ciglia 
quando l'aura celeste avvolse
la Vita come la Madre Sofia avvolge
la notte con il suo manto le stelle.

Da quel giorno ogni passo 
ogni respiro ogni morso 
sono passi, respiri, morsi di luce:

“Il pane dal grano,
il grano dalla luce,
la luce dal volto di Dio
Il frutto della Terra 
viene dal tuo splendore
donando luce e amore
anche ai nostri cuori”.

venerdì 29 marzo 2024

Pensavo ai chiodi

Pensavo ai chiodi, a dove fossero finiti e ho scoperto solo oggi, colpevolmente proprio oggi, che essi sono in Italia: a Roma, a Milano e a Monza. Pensavo ai chiodi, a chi li avesse fatti, con quali stampi, e come, e con quale fuoco avesse fuso il ferro; e questo, da quale miniera estratto, con la stessa fatica di sempre. Pensavo ai chiodi pronti, insieme ad altri, prescelti per essere ficcati dentro ai palmi e sui dorsi dei piedi. E pure al martello, pensavo, a quanta forza occorse per bucarli, i palmi e i dorsi, quanti colpi servirono per conficcarli, i chiodi, finché la punta d'essi, trapassando la carne, non s'infisse dentro il legno della croce, per tenere il corpo fermo, dai fori dei chiodi sanguinante. E pensavo al sangue che dipoi scorreva dalla croce, ai rivoli che, lenti, sono scesi fino a toccare terra, tutti giù per terra. E pensavo alla Terra, che non aspettava il corpo e il sangue di un altro martire innocente, come tanti, come troppi; ma aspettava il pane e il vino del Figlio dell'Uomo per ricevere, lei Mater-ia per prima, la Prima Comunione, per essere in comunicazione permanente e perpetua con il Corpo e con il Sangue dell'Agnello di Dio che toglie tutti i peccati del mondo.

Perché la Terra aveva fame e sete di essere risanata da tutto il dolore che homo sapiens provoca a tutte le creature, se medesimo compreso. La Madre Terra e noi creature.

«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati». 

venerdì 22 marzo 2024

Non sui tetti di Gaza

L'episodio straordinario della nascita dei cuccioli sul tetto¹

« A ben pensarci il mondo aveva l'aria di essere un luogo strano e terrificante. A volte per
evitare di pensarci Gershon si rifugiava sul tetto del suo caseggiato. Lassù sulla carta
catramata sbreccata e maleodorante, si sedeva addossato al muro di mattoni della tromba
delle scale, e levava agli occhi al cielo sopra i tetti vicini. Una sera vide il vasto cielo
stellato e limpido come mai prima di allora. Era una fresca notte estiva e, mentre se ne
stava seduto, udì un flebile guaito, dei rumori nell'oscurità. In un angolo del tetto, accanto
a un intrico di tubi, vide una cagna che stava dando alla luce i cuccioli. Vide i cuccioli
uscire, ascoltò i deboli uggiolii della cagna, la vide aprire e leccare via le placente, ripulire
i cuccioli, spingerli di lato, sdraiarsi e aspettare il successivo. Prima di allora non aveva
mai visto l'inizio della vita. Conosceva il linguaggio di strada aveva letto i libri
pornografici che circolavano nel cortile della scuola, ma la nascita di quei cuccioli lo
commosse stranamente. Li vide emergere dall'organo di cui lui e i suoi compagni parlavano
in strada, ridacchiando. Ma lì, sul tetto, la cagna e il suo corpo parevano colmi di una
singolare radiosità. Davanti ai suoi occhi veniva creata la vita. Gershon tremava, esultava,
voleva gridare di gioia e piangere e rimase assolutamente immobile. Allungò una mano per
sfiorare uno dei cuccioli appena nati, ma la cagna sollevò la testa e scoprì i denti. In alto il
cielo stellato pareva volergli cadere addosso. Si sentì inghiottire nella vita di cielo e terra,
nel mistero della creazione, nel dolore e nell'infinita gloria di quell'unico momento. 
Voleva stringere a sé la cagna, accarezzarla, accarezzare qualcosa. Invece sollevò il braccio e sfiorò
il cielo con la mano e sulle dita sentì il tocco vellutato, squisitamente fresco e asciutto della
volta stellata. Pianse un po' e rabbrividì nel freddo della notte. Alla fine si disse che era
ora di scendere, che sua zia si sarebbe preoccupata per la sua assenza.

Risalì il mattino dopo. Niente cagna, niente cuccioli, nessun segno che la vita fosse
nata su quel tetto umido e puzzolente. Si domandò se l'avesse sognato. Chiese agli
inquilini del palazzo. Nessuno sapeva niente di un cane sul tetto. Un mistero.
Ma non dimenticò la sensazione di timore reverenziale provata sul tetto quella notte e la
carezza di cielo e stelle. Che incontro! Non avrebbe mai scordato quel momento. Sperava
di riviverlo un giorno. Sapeva che lo avrebbe trasformato oltre ogni dire se si fosse
ripetuto. Allora cominciò ad attenderlo. » 
_______________
¹ Chaim Potok, Il libro delle luci, 1981, edizione italiana Garzanti 2004 (pag. 16)

giovedì 21 marzo 2024

Primavera vanderleiana

Che bel cielo azzurro stamani, ahimè macchiato dalle diagonali delle scie di due aerei di chissà che linea; linee che, nel volgere di pochi minuti, rette qual sono, non si vanificano, ma persistono, biancastre e si trasformano in tante pecorelle senza ovile alla ricerca di un improbabile pastore alato... E mi chiedo: ma se anche i tubi di scappamento della mia piccola Renault turbodiesel euro 5 producessero simili scarichi la signora Ursula mi avrebbe già internato?

lunedì 18 marzo 2024

Caccia i talenti

 


Ho chiamato l'antibracconaggio. Mi hanno risposto che si attiveranno perché i talenti hanno lo stesso diritto di essere protetti quanto gli upupa (anche se sono meno bellini, soprattutto quelli che credono di esserlo e si fanno i selfi sui socialmedi).
Ho pure suggerito, alle guardie venatorie, di prendere le impronte alle aziende, non è che debbano prenderle soltanto a noi comuni mortali nei comuni italiani per rinnovare la carta d'ignobiltà digitale. 
«Si disinfetti i polpastrelli degli indici e prema qui», mi disse un mese fa l'Ufficiale dell'Anagrafe e io non credevo di essere un ricercato.
Che peccato restituire la carta di carta scaduta, ancorché sbrindellata e lacerata, compagna di un decennio in cui, se ci ripenso, tante cose sono occorse, tra queste le corse e altre amenità, compassioni e disperazioni, ma tutto va bene, in attesa dell'azione primaverile del grande maestro Raffaele Arcangelo, il guaritore.