sabato 29 settembre 2012

Si vedevano questi tetti


Stamani ero qui, nove, nove e mezzo, si sposava mio cugino. Non c'era il sindaco ma un sostituto. Tuttavia, a cerimonia finita, scendendo le scale, ecco Matteo Renzi, buongiorno, stretta di mano veloce, nient'altro (e che altro, in fondo?).
Dipoi, in attesa del pranzo, gli ospiti si sono divisi in ordine sparso per il centro cittadino, chi è salito al Salone dei Cinquecento, chi è andato a fare un piccolo giro, chi al bar, chi in libreria: io (ma veloce).
L'Edison di piazza della Repubblica chiuderà. Ci faranno un Apple Store. Vaffanculo all'Apple store, ma che vuoi, il progresso, la fila di rincoglioniti davanti al negozio sarà confortata dai portici e dall'Hard Rock Cafè.
Visita breve, nessun acquisto, solo perdita di tempo, vista la pubblicazione dell'ultimo Nabokov in versione Adelphi Look at the Harlequins (1974). Comprerò.
Poi pranzo a buffet in via Tornabuoni. All'ingresso, mentre aspettavamo tutti convenissero, passa signora zingara prosperosa a chiedere l'elemosina. Mio cugino, imprenditore, le risponde: «Stiamo morendo di fisco, non vede?». La signora zingara non comprende, ma rinuncia e si dirige altrove. Nemmeno il tempo di  attaccare un discorso che ecco dei volontari di Emergency, eloquio forbito, a reclamare contributo per gli ospedali di Mestre (?) e di Palermo. Mi cugino replica la battuta, ma la volontaria tenace non demorde, anzi: fa la gentile regalando una fascetta bianca ai bambini e a lui stesso, capendo che è il festeggiato. A questo punto mio cugino si rivolge a me: «Dagli te qualcosa, vien via, che io ho lasciato il borsellino degli spicci a casa». La volontaria mi sorride e porge la mano non appena vede che apro il portamonete. Dandole due euro, la guardo e puntualizzo: «Dica a Strada che non glieli rendo con un sms quando andrà a richiedermeli da Fazio».
Poi andiamo a mangiare. Bel posto. Bella terrazza. Si vedevano questi tetti.



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