venerdì 25 gennaio 2019

L'è Maduro

Che strano, stavo ragionando intorno all'economia circolare, di cui marginalmente si discute a Davos, quando, d'improvviso, ho sentito la necessità di mettermi spalle al muro, casomai l'economia circolasse troppo, e bassa, altezza padulo.

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Maduro! Maduro! Come un frutto, cadrà dall'albero? O, viceversa, sarà inalberato?

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I dittatori moderni hanno indubbiamente più vantaggi in confronto ai loro colleghi d'antan. Quest'ultimi, infatti, i tapini, dovevano accontentarsi di qualche marginale manifestazione di piazza in loro sostegno davanti alle ambasciate americane delle varie capitali, mentre oggi, l'opinione pubblica anti-imperialista può gridare il proprio sdegno dai social.
Certo, con Gheddafi ci è andata male (siamo stati colti di sorpresa: non pensavamo che, dopo l'accoglienza in pompa magna al G8 di L'Aquila, il Colonnello rischiasse brutte sorprese), ma forse Saddam l'avremmo potuto salvare.
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Un dubbio: se un giorno gli americani riusciranno a estendere la loro influenza "imperiale" a tutto il globo terracqueo, Russia, Cina e Venezuela compresi, anziché delle normali elezioni, saranno indette delle autoproclamazioni? Un futuro per Renzi?

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A me sta sul cazzo Maduro; ma quello che si è autoproclamato, vogliamo parlarne?

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Della morte di Marchionne all'elezione a segretario Cgil di Landini: che cosa dicono gli aruspici? 

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