sabato 22 agosto 2020

La banalità del correre

Epilogo. Non amo il dovere, soprattutto se associato ad alcuni verbi, essere e fare su tutti - e il resto di conseguenza. Amo di più il dov'eri tu quella sera che mi ha lasciato da solo in birreria a bere un succo di pera biologico di una fattoria di Cuneo? Poi piansi lacrime dolci. 
Ho sempre avuto un volere debole: le cose, aspetto che mi vogliano loro - io non le rincorro, a parte quelle a pagamento e dove posso, pagando, arrivare. Sarà per questo che non ho mai il becco di un quattrino? Piuttosto il petto di tacchino, tagliato a fesa, e del becco e del bargiglio non più alcuna traccia dell'animale che arriva sempre implume al banco frigo del supermercato. 
Volare? È quello che mi sembra, quando, di buon passo, corro per un falso piano di vera discesa non accidentata. 
Il potere non ne ho e non lo esercito. Lo avessi, data la mia natura antimilitarista, di ogni tipo di milizia imporrei dimissioni. All'estero. La dimissione in Afghanistan, in Libano, in Iraq. Lo (art. det. m. s.) esercito, perché dovrei mandarlo laggiù avessi il potere? Affatto. Avessi il potere, poterei le spese militari - non come le vigne o altre piante da frutto, nella speranza che le piante ricrescano e prendano più vigore e diano frutti migliori, ma proprio le taglierei alla radice. Obiettivamente, pour parler, uno Stato senza spese militari potrebbe spendere le spese in altri modi. Odi, tu lettore, che mi stai a sentire o mi odi solo perché magari hai un parente nell'aviazione?

- Eh, la fai facile: lo Stato, senza esercito, potrebbe essere invaso.
- Invaso? Temo più l'esercito di uno stato guidato da un invasato. E poi, in Italia, ci sono ancora numerose basi americane (armi e soldati). Alle brutte, se ma li turchi avessero voglia... scapperebbero: gli americani, non i turchi.

***
Saltare di palo in frasca, pisciare a Lapo in testa (e al fratello John). Ergersi su un piede e su uno stallo. Yoga: la posizione dell'albero. Attenzione alle motoseghe, meno alle seghe a mano. Avendo le braccia distese e le mani giunte sopra la testa, chiedo la collaborazione. Anche l'albero deve dare i suoi frutti (i semi sono dentro al frutto).

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Basta Murakami Haruki. Ma chi me lo fa fare di leggere un libruncolo insulso pieno di stereotipi, di un egotismo insipido e piuttosto banale per lo meno per il grado mio di sopportazione della banalità?Esempio finale - perché poi riporto il libro in biblioteca e amen:

«Ora vorrei tornare alla scrittura [che cazzo, sei nel mezzo di un libro scritto e vuoi tornare alla scrittura? Ma sei scemo?].
Quando rilascio un'intervista, a volte mi viene posta la domanda: "Qual è la qualità più importante per uno scrittore?". La qualità più importante per uno scrittore, non c'è nemmeno bisogno di dirlo [e allora perché cazzo lo dici?], è il talento [!]. Se uno non ha il minimo talento letterario può scervellarsi finché vuole, metterci tutto il suo ardore, non scriverà mai nulla di valido. Più che una qualità necessaria, questa è una condizione preliminare. Senza carburante, neanche l'automobile più bella non va avanti».

Ecco, dopo tali considerazioni - pur con tutti i distinguo del caso - provo un analogo sentimento a quello che Hannah Arendt ebbe nel trovarsi di fronte ad Adolf Eichmann, vale a dire a un individuo che, sebbene non sia affatto stupido, difetta della fondamentale capacità (perlomeno per uno che scrive) di immaginare quello che sta scrivendo¹:
«Non era stupido: era semplicemente senza idee (una cosa molto diversa dalla stupidità), e tale mancanza di idee ne faceva un individuo predisposto a divenire uno dei più grandi *scrittori* di *questo* periodo»². 

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¹ Immagino la dura vita degli editor di scrittori affermati: ma qui c'è anche la colpa del traduttore: e tradisci, cazzo: talento, scrittore, carburante, automobile, nonna, ruote, carriola, fottiti. 
² Hannah Arendt, La banalità del male, Feltrinelli. In luogo di *scrittori*, in riferimento ad Eichmann, la Arendt scrive criminali, e in luogo di *questo*, quel.

1 commento:

Olympe de Gouges ha detto...

Non credo fosse senza idee, non erano quelle della Arendt ma di idee ne aveva anche troppe, le nascondeva perché non erano più di moda