domenica 10 gennaio 2021

Il comportamento privato del lettore

 «Si l’écrivain avait la possibilité d’assister, invisible, au genre de tête-à-tête qu’entretient, dans la solitude, un de ses lecteurs avec un de ses livres, il serait sans doute choqué du « sans-façon », et même de l’extrême incivilité qui s’y manifeste. Ce tête-à-tête est un mélange déconcertant de distraction et d’attention. La lecture est coupée, le plus souvent à des intervalles inégaux et assez rapprochés, par des pauses de nature diverse où le lecteur allume une cigarette, va boire un verre d’eau à la cuisine, ou replace un livre dans sa bibliothèque, ce qui l’entraîne à en feuilleter un moment un autre, téléphone une commande qu’il avait oubliée, ou s’informe des résultats du tiercé, vérifie l’heure d’un rendez-vous sur son agenda, ou repose un moment le livre sur la table pour une rêvasserie intime, dont le seul lien avec le contenu du livre est souvent celui du coq-à-l’âne.» Julien Gracq

Negli ultimi anni, leggo spesso i libri di poesia, che vado comprando, al cesso. Dello scaffale da bagno di Ikea, tengo un ripiano apposito: fanno bella mostra di sé, sopra la carta igienica di ricambio e sotto il rasoio, il sapone da barba, il dentifricio, il filo interdentale, lo spazzolino e il bicchiere che lo contiene, più delle forbicine e un pettinino apposito per i baffi, le ultime raccolte - splendide - di Patrizia Cavalli (Vita meravigliosa) e Louise Glück (Averno).

I versi, sciolti o meno, scorrono via a volte silenziosi a volte pronunciati a fil di voce, come per assaporarne il gusto, sillaba dopo sillaba. La corporalità della Cavalli è bilanciata dai versi eterei della Glück. È un esempio di come, non raramente, seduto in questa stanza, con un libro che accompagna le mie meditazioni corporali, percepisca quanto la realtà sia fluida e come sia possibile scaricarla, dopo averla assunta e un poco assorbita. 

Sostiene la poeta americana: «L'arte ci salverà dalla catastrofe della pandemia».

Può essere - epperò confido più nel Supernalotto.

E giuro che, se vincessi, da Boston a San Francisco piuttosto ci andrò a piedi, anziché noleggiare un aereo privato coi soldi del Nobel, come un coglione.

5 commenti:

enzorasi ha detto...

Letto. Molti usano il gabinetto come sala letture, pochi lo scrivono.

Franco Battaglia ha detto...

Anche io leggo al bagno, alla faccia delle emorroidi che covano, ma comprarli, al cesso, i libri mai.. ;)

Olympe de Gouges ha detto...

poesia e "musica"

Luca Massaro ha detto...

caro Franco, grazie.
Sarà meglio vada a mettere le virgole al posto giusto.
Detto ciò, credo che per non far covar troppo le emorroidi, convenga procurarsi un rialzo per i piedi, sì da assumere una posizione simil rannicchiata, come suggeriscono noti sfinterologi.

Franco Battaglia ha detto...

Leggevo infatti.. seggiolino davanti la tazza e piedi rialzati... credo provvederò a brevissimo.. ;)