mercoledì 26 ottobre 2011

Editoriali paratattici

Lo stile paratattico viene usato quando si vuole dare al lettore l'idea di avere le idee chiare e di mostrare di saperla lunga con frasi corte, secche, precise. Tale stile è frequentemente usato a livello giornalistico, con articoli scritti a tarda sera, con urgenza, poco prima di andare in stampa. È il caso dell'editoriale del direttore del Corsera, Ferruccio De Bortoli. «Mettere il Paese davanti a tutto» è il titolo, giusto per indicare che lo stare davanti è, necessariamente, l'unica condizione per pigliarlo didietro.
E fintanto che a prenderlo didietro è il Paese, De Bortoli continuerà ad assumere la sua classica, scipita, posizione bipartisan, di colui che dice dice, e poi non dice un cazzo. L'editoriale di oggi ne è esempio lampante: sembra di leggere le istruzioni dettagliate di una ricetta, seguendo le quali - si lascia intendere - alla fine si avrebbe la soluzione del caso Italia. E invece non è così: provate a mescolarli tali ingredienti e a metterli in forno; scoprirete che il risultato sarà un autentico niente di fatto cor sugo 'ntorno.
Mai una volta che al Corriere si prenda una posizione netta, precisa contro chi comanda. Sempre nel mezzo, nell'equilibrio, per non scontentare nessuno, per lisciare sempre il pelo a quei bestioni infami che presiedono al potere. Nemmeno ora al Corrire hanno il coraggio uscire dall'incertezza e dire forte e chiaro che il nostro governo, è un governo di merda.
Il Cavaliere, con il quale la storia sarà meno ingenerosa della cronaca, è anche uomo d'azienda. Sa valutare il momento in cui è necessario mettersi da parte per salvare la sua creatura, il partito e le future sorti del centrodestra italiano. Ma prima ancora viene il Paese. Una volta tanto.
Tale carezza sulla crapa berlusconiana è mal riposta: quando mai, infatti, Berlusconi ha dato prova di “saper valutare il momento in cui” sarebbe “necessario mettersi da parte”? Mai. Mai nella sua vita Berlusconi s'è messo da parte. È sempre stato nel mezzo a rompere i coglioni alla storia, e siamo in molti qui in Italia ad aspettare quel momento in cui Berlusconi sarà passato definitivamente alla storia, soprattutto per vedere chi avrà il coraggio di essere con lui generoso storicamente (volevo dire: intellettualmente).

Certo l'Italia, o meglio, una parte di essa riesce ancora a farsi strada e a tenere a galla sto Paese. Ne dà prova il saldo attivo delle esportazioni. E qui prendiamo De Bortoli per il bavero (amichevolmente) perché faccia lui, al posto nostro, questa domanda: per quanto hanno inciso l'azienda berlusconiana e il governo in tale conto? La sparo a occhio: pressoché zero. Cosa cazzo vuoi che esporti Mediaset infatti? Mediaset (a parte qualche partecipata spagnola) non esporta un fico secco, forse qualche film o sceneggiato con la Medusa (e sai che i film italiani incassano parecchio all'estero, pensiamo all'ultima tragedia di Tornatore). La Mondadori, forse, è messa meglio: nel suo portafoglio esistono valori esportabili. Ma poi che cosa? E il governo? Siamo sicuri: nessuna ditta italiana, nemmeno quella in cui i titolari sono sfegatati berlusconianleghisti, ha il coraggio di porre sui loro pallets la faccia del nostro caro leader; e alle varie fiere campionarie sparse per il mondo, negli stands italiani non sventola certo la bandiera del governo del fare.
De Bortoli quindi nemmeno oggi chiede esplicitamente a Berlusconi ti dimettersi: notate il "se":
Berlusconi sembra voler sopravvivere a se stesso. Ma se non è in grado di adottare, per l'opposizione della Lega, provvedimenti seri ed equi, non solo sulle pensioni, ne tragga le conseguenze. E in fretta. Vada da Napolitano e rimetta il mandato. Esiste in Europa, piaccia o no (a noi non piace perché vi vediamo anche un pregiudizio anti-italiano) un problema legato alla persona del premier, più che al governo. E la colpa è solo sua.
E come pretendere che Berlusconi dica (o si accorga) che non è in grado di adottare provvedimenti seri? E infine, un'altra slinguazzata che ho messo in grassetto apposta. È giusto che ci sia in Europa un pregiudizio anti-italiano, dato che l'Italia non ha alcun mezzo democratico (pressione mediatica per es.) per togliere il tappo fissato con la ceralacca che ci governa. Quale altra democrazia, infatti, può tollerare un Berlusconi al governo? La Russia, forse.

1 commento:

Davide ha detto...

Piccoli Diamanti crescono. Con stile, ma senza contenuti.