lunedì 19 dicembre 2016

Il messo (11)

«Trova un modo per cui io non abbia più bisogno di te, un modo per allontanarmi e liberarti, incamminarti, questa volta da sola, senza che io sia più la tua ombra, il tuo freno, il tuo sacrificio. Sacrificami, ti prego, lasciami andare: non sopporto più il contrario, che sia tu sacrificata, tu la vittima e io, in un certo senso, il carnefice. Voglio soltanto che tu possa ancora volermi bene senza obblighi filiali che tengano, andando via, via da me, via da questa situazione. Se tua madre vedesse quanta vita mi hai donato, mi maledirebbe e io non posso più tollerare questo. Vai, dunque, lasciami al mio destino. E se il senso di colpa o di dovere avrà la meglio, sarò io a scioglierlo con la varichina».

«Babbo, babbino: preferisci l'Ace o quella della Coop?».

Così rispose Valeria a suo padre, per tirarlo su, per fargli capire che era tutto a posto, lei aveva un lavoro che poteva permettersi di pagargli la retta della Residenza sanitaria assistita nella quale era ricoverato. Valeria era rimasta orfana di madre quando aveva appena sei anni e il padre non si era mai riaccompagnato cercando – riuscendoci – di fare del suo meglio. Lei sinceramente avrebbe desiderato stare più tempo accanto al padre, ma gli impegni erano tanti, la famiglia, il lavoro appunto, e quindi si limitava a una regolare visita nel fine settimana. E in quelle occasioni, regolarmente, il padre recitava la medesima pantomina di coloro che reclamano attenzione di rinterzo.
Il problema fu che la battuta di Valeria fu presa sul serio dal padre che, alla prima occasione in cui il personale delle pulizie lasciò incustodito lo sgabuzzino, vi si precipitò e si scolò un litro intero di varechina per uso professionale.

Per questo Valeria, come ulteriore tribunale della coscienza, si iscrisse al corso del prete, per sapere se in quel suo incauto invito vi fossero gli estremi esistenziali del parricidio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo, io credo che Valeria non avesse fatto bene i conti tra il suo stipendio (oltre i 1600 euro , presumo)e la retta di un ricovero decente ,che non fosse sotto un ponte o similia..
Suo padre purtroppo si !

caino

Luca Massaro ha detto...

Pura finzione letteraria, caro Caino, pura finzione, la mia. :-)