lunedì 18 marzo 2019

Pocket Man

Ho le armi sputate. In faccia mi si legge, per questo sono fuori corso.
Gli odori della primavera s'impongono e impollinano naso e bocca.
Posso posare le labbra sulla tua rosa tatuata per ricavare miele da te?
La tavola è rettangolare e tu - tu? - ti posi in attesa di un massaggio alla cervicale.
Io fingo, poi fungo, infine spingo e mi dispongo al dialogo.
Credo in un solo odio, quello che nasce dalla rabbia di vederti felice e io meno.
Ma ti raggiungerò. Come dice il proverbio: per passare avanti, occorre essere indietro.
Sudo e m'illudo che tu beva il mio sudore come ai bei tempi in cui ti piaceva salirmi.
Ma ti scesi e dissi: sono stanco: e tu facesti una di quelle storie che non ti dico.
Sapessi quante volte non ho toccato meta e mi sono sentito mezzo (di trasporto).
Tanto prendevo io la macchina, bellina, e la benzina la pagavo all'Azienda Generale Italiana Petroli.
Poi venne tangentopoli e figuriamoci se io potevo salire sul carro del vincitore.
Consideravo Sergio Garavini, anche se non sapevo distinguere tra produzione e distribuzione.
Ti volevo bene, perdio e perlamadonna santissima, e mi si struggeva il cuore ogni volta che.
Ma avevo solo l'arte, non la parte in causa, e crescere non sapevo cosa significasse.
Responsabilità: studia Massaro sennò ti tocca lavorare in fabbrica e fare i turni.
Quando suonava la sveglia alle quattro e mezzo percepivo come si ruba la vita a un uomo.
Non lo divenni, pigiai la pausa del mangianastri Majestic e Rocket man restò sospeso in cielo.
Aprii la finestra e nella cresta chiaroscura del crepuscolo vidi un coniglio o vidi un'anatra?
Comunque fu arrosto morto e aspettai tutta quaresima per trovare la ragione di resuscitare.
Mi toccai e toccai più volte per sapere se ero vivo davvero o avevo giusto perso qualche diottria.
L'oculista - un brav'uomo - dette la colpa alle troppe letture ma non conosco l'alfabeto braille.
Andai avanti disarmato. Come alle comiche mi davano di gomito, complicità nella sciagura.
Mi consolavo raccogliendo rosa canina matura perché ero esperto di falsi frutti.
E poi non mi ricordo: i neuroni sono stanchi di fare archeologia, vorrebbero antivedere.
Per questo mi sono iscritto a un corso rapido di astrologia: fare l'oroscopo di ieri.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche io ho un blog. Anche io scrivo ogni tanto quello che mi viene in mente. Però credo che siano cose interessanti solo per me. E quindi il mio blog è privato e non è accessibile. Ma il pudore, Lucas; il pudore dove è finito?

Olympe de Gouges ha detto...

già, il pudore di certi commenti, scritti dal solito pirla, se n'è andato con tutto il resto.

"Quando suonava la sveglia alle quattro e mezzo percepivo come si ruba la vita a un uomo." eh, la prassi, quanto vale la prassi nella formazione di una coscienza.