domenica 24 marzo 2019

La vita è così facile

«L’Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: ‘Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!’ Ahimè, la vita non è così facile. »

Umberto Eco, Il fascismo eterno, La Nave di Teseo


Ieri, un sabato qualunque, un sabato italiano, si sono radunati molti fascisti. Per commemorare. Sono stati autorizzati dalle autorità, entro certi limiti. Le cosiddette libertà associative e di manifestazione  garantite dalla Costituzione (la quale, però, carta muta, vieta la ricostituzione del partito fascista sotto qualsiasi forma, tranne quelle sperimentate, sotto spoglie innocenti, dall'attuale alleanza di governo).

Parrebbe "normale" che, in Italia, data la Costituzione, essere e/o dichiararsi apertamente fascista dovrebbe essere un stigma riprovevole. Purtroppo, come notava Claudio Pavone in Alle origini della Repubblica:
«Il fascismo, come forma storicamente sperimentata di potere borghese, non si esaurisce nei quadri del partito fascista ma è un sistema di dominio di classe in cui proprio gli apparati amministrativi tradizionalmente autoritari hanno parte rilevante. Di parata va piuttosto definita, dato il fallimento dell'epurazione, la democratizzazione post-resistenziale.»
Insomma, in Italia non è tanto un problema di Ur-Fascismo, quanto di fascismo vero e proprio, dato che la mala erba non fu sradicata del tutto, non ci fu alcuna Cartagine.
E se i fascisti italiani, dopo la guerra, sono stati un po' nelle fogne (a cielo aperto), adesso rimettono piede nelle strade e nelle piazze con il lasciapassare delle autorità. 

Ma al di là delle evidenti condizioni storiche, sociali ed economiche, che determinano la ricomparsa sul terreno di queste muffe, quello che mi sbalordisce è come certi individui, quasi tutti maschi, prestino i loro neuroni a siffatta causa.

***
Non seguo più il calcio da anni. Barella è per me ancora quell'attrezzo che serve a portare i giocatori infortunati a bordo campo. Ma ricordo che, non molti anni fa, per qualcosa che con il gioco in sé c'entrava poco, il portiere del Milan (era ancora del Milan? Boh), Abbiati, dichiarò in conferenza stampa (non ricordo se su domanda di un giornalista), che lui era (e credo sia ancora) un fascista. Di punto in bianco, così, gli uscì di bocca come una scorreggia vestita improvvisa che non si riesce più a trattenere e t'immerda le mutande. 
Lui, la faccia.

Però nessuno fece una piega. Nessuno notò il puzzo e il colore. Di più: non ebbe alcun provvedimento disciplinare, del tipo: radiato a vita, o anche solo dalla società (per esempio: rescissione del contratto e vendita al Predappio).

Così questi soggetti che sfilano: a parte radunarsi e farsi le seghe collettive eccitandosi con le mascelle volitive del Duce, se non sono portieri del Milan, come riproducono la loro vita? Come si mantengono o chi li mantiene? Dove lavorano, con quale contratto? Hanno fatto domanda per il reddito di cittadinanza? A proposito: il reddito di cittadinanza agli italiani fascisti è concesso, mentre agli stranieri democratici no? Provengono da famiglie borghesi o proletarie? Hanno genitori o parenti fascisti? Che cosa li ha avvicinati al fascismo, a parte la fascinazione per le testedicazzo? Ordine e disciplina? I treni in orario? La supremazia della razza? La sottomissione verso un'autorità riconosciuta come Capo supremo e quindi l'adesione viscerale alla dittatura e al sottocomando? L'amore per la Patria? L'odio verso lo Straniero, verso il Diverso? Diverticolosi? Eccetera.

Quali che siano le cause, il dato è uno: sono orgogliosamente fascisti. Per loro è una modalità d'essere, è garanzia di identità. È una fede. Ma come tante altre fedi, al fascismo non basta solo pregare, o influenzare, ma vuole comandare, dare direttive; vuole che il mondo sia modellato a manganellate. Per l'Eterno Ritorno della (ri)produzione schiavista. 

Poveri ebeti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

al popolino piacciono sempre gli esempi in cui identificarsi:
chi gli piace il macho, chi il volemose tutti bbene....
Poi oltre la facciata, niente più dell'interesse personale , forse meschino o forse saggio considerando che i danni li pagano i nipoti .
Ma te , dico io, ti meravigli ancora.

E mo' fammi andare a mangiare un po' di frutto esotica che magari ai colorati prima o poi gli giran le balle e me la fanno pagare come il petrolio.