giovedì 5 marzo 2020

La sospensione di Budda

Sono sospeso, aereo, ma non posso, come Igles Corelli,
andare alle Mauritius. Mi taglierò i capelli
da una parrucchiera italiana
con il figlio piccino che fa il nido ma anch'egli
questa settimana
sta a casa con la nonna o una tata africana.

Appoggio il capo alla vasca sospesa, lo declino
all'indietro e sento l'acqua tiepidina uscire dal soffione
della doccia e la prima passata di shampoo
massaggiare, della mia testa
dura, quel che resta
del cuoio capelluto: ben poco: gli ormoni
a una certa età fanno girare i [omissis]

È una bella sensazione farsi lavare i capelli
con il capo all'indietro: il fastidio è solo del collo
che pensa a quella puttana di Erodiade
che per levare dagli impicci sé stessa e il cognato -
dopo aver organizzato la danza dei sette veli -
suggerì a Salomè quale desiderio dovesse esprimere
dopo che la figlia conquistò il diritto a esprimerne uno:
la testa del Battista - e la giovane chiese aggiungendo
di suo soltanto l'idea pittoresca del vassoio.

Ecco: io mi sento la testa sospesa su un vassoio
senza nessuno che me l'abbia tagliata
per reprimere una verità che non ho.
E dato che non ce l'ho, non giudico: sto
sospeso e di poi mi lascio acconciare
phonare e mettere giusto un tocco di gel.

Mi guardo agli specchi che riflettono me
davanti e di dietro e di lato:
inutile dire oramai che essere nato
sia un inconveniente: sono qui
a subire come tutti il tramonto dell'occidente
nel corpo e nella mente -
ma ciò non fa di me uno stronzo reazionario
o un ebete riformista scialpinista
nelle piste innevate del Pakistan.

Sto come il cazzo di Budda
ad aspettare la rivelazione:
riuscire ancora a far centro
orinando con un'erezione.

2 commenti:

lozittito ha detto...

straordineria

messa in musica potrebbe essere uno stornello
ma anche un rap

Luca Massaro ha detto...

Grazie caro