sabato 29 agosto 2020
La pomodora
giovedì 27 agosto 2020
Parlamentare pallido
martedì 25 agosto 2020
Senza codice a barre
domenica 23 agosto 2020
La direzione dello sguardo
«forse in paesaggi toscani ai tempi dei guelfi e dei ghibellini [su uno] scenario mobile come la luce che scorre sulla battaglia fra due nuvole nere, denudando e occultando reggimenti e retroguardie, scontri faccia a faccia con pugnali o alabarde, visione anamorfica data solo a colui che accetti il delirio e cerchi nel profilo della giornata il suo angolo più acuto, il suo coagulo tra esalazioni e defezioni e gonfaloni»¹
Piana di Campaldino e, sullo sfondo, il Castello di Poppi |
¹ Julio Cortázar, Un tal Lucas,
sabato 22 agosto 2020
La banalità del correre
martedì 18 agosto 2020
Come si fa
sabato 15 agosto 2020
Accattoni
Riguardo all'infermiere che si è fatto fotografare sul posto di lavoro - reparto anti-covid, protetto dal casco e dalla tuta sulla quale ha scritto col pennarello «Ve la mettete la mascherina, li mortacci vostra», foto che poi ha postato con un commento su Facebook, - non ho niente da dire, né elogio né critica, solo riconosco piena legittimità al suo dare visibilità e quindi espressività a sé stesso sui socialmedia (li hanno fatti apposta).
Il punto è un altro: i media (agenzie di stampa, giornali, televisioni, eccetera) che uno dopo l'altro danno risalto e diffusione a tale forma narcissica che è, di fatto, una non notizia - e fanno ciò per piegare la realtà ai propri interessi di bottega, in questo caso, mantenere alto il livello di allarmismo sul covid perché conviene in termini di incassi pubblicitari - hanno avuto il garbo di dare almeno un gettone d'oro all'autore?
«Macché, manco l'amicizia m'hanno chiesto».
Correre otto
Repetita iuvant: quanto di seguito è un semi riscrittura de L'arte di correre di Murakami Haruki.
8. Nessuno mi chiede a cosa penso mentre corro. Le persone che non mi fanno questa domanda di solito se ne fregano se corro, quanto corro e dove corro. Comunque, ogni volta che non me lo chiedono, vi rifletto da solo profondamente. Già: a cosa penso mentre corro? Boh. Se devo essere sincero, non me lo ricordo nemmeno a cosa penso quando corro. Non è vero. Me lo ricordo. Penso: sto correndo, adesso avanzo senza fatica. Adesso avanzo con fatica. Adesso aumento il passo. Adesso rallento il passo. Adesso: se trombassi di più, correrei meno (come diceva Madonna a Bruce Springsteen? Lui è born to run io invece sono born to fuck. Io non sono Madonna, ma non sono nemmeno Bruce Springsteen). Poi, verso la fine, penso: quanto manca alla fine?
Nei giorni freddi, in una certa misura penso: certo ch'è freddo. Nei giorni caldi penso: certo ch'è caldo (pensare al meteo è una costante dei corridori, in particolare dei corridori scrittori). Quando sono triste penso a Firenze lo sai, non è servito a cambiarla, la cosa che ho amato di più è stata l'aria. Quando sono felice penso a Rudy Marra, apro le finestre al cielo, guardo su nell'universo. In una certa misura. Quale misura? Come ho già scritto (ho già scritto?) mi succede anche di tornare con la mente a corsa ad avvenimenti passati, così, alla cazzo di cane. A volte, anzi no: quasi mai, mi vengono in mente delle idee per i libri che non scriverò. «Tuttavia, posso affermare che non ho pensieri molto coerenti». Infatti.
Quando corro, corro. Così come quando cammino, cammino. Anche quando sto fermo, sto semplicemente fermo. E così via. In teoria nel vuoto, scrive Murakami. In pratica nel pieno, scrive Massaro (ho le palle piene di leggere questo libro e sono al primo capitolo). «In quella sospensione spazio-temporale, pensieri ogni volta diversi si insinuano naturalmente nel mio cervello. È naturale, perché nell'animo umano non può esistere il vuoto assoluto. Il nostro spirito non è abbastanza forte per concepire il nulla, e inoltre non è coerente». E scrive libri, Murakami. E scrive post, Massaro. Insomma, i pensieri che si avvicendano nella mente di Murakami mentre corre sono semplicemente dei derivati del nulla, mentre quelli che rimbalzano nella mente di Massaro mentre corre sono meno semplicemente derivati delle palle piene. Gli uni si formano intorno al nulla; gli altri intorno sennò mi viene l'orchite.
Ecco il lirismo di Murakami:
«Somigliano alle nuvole che vagano nel cielo. Nuvole di grandezza e forma diverse che arrivano, e se ne vanno, semplici ospiti di passaggio. Ciò che resta è soltanto il cielo, che è sempre lo stesso. Che è qualcosa che esiste, e al tempo stesso non esiste. Che ha una sostanza e al tempo stesso non ne ha. Noi non possiamo fare altro che constatare la situazione - l'esistenza di quell'immenso contenitore - e accettarla».
Ecco il lirismo del Massaro:
«Ma vaffanculo, Murakami. I pensieri non somigliano alle nuvole, non sono ospiti, ma un flusso di informazioni prodotte dal cervello dopo che, a sua volta, ha assorbito informazioni prodotte da altri cervelli e dal mondo esterno in generale, rielaborati anche e soprattutto sulla base della condizione storica, sociale e psicofisica dell'individuo che li alberga. Dunque, il cielo non c'entra un cazzo, e poi che un meteoropatico dica che il cielo sia sempre lo stesso è un controsenso. E il resto sono puttanate metafisiche: arivaffanculo».
giovedì 13 agosto 2020
Come si calcola percentuale tra due numeri
[via] |
Un nuovo lockdown nazionale "è decisamente improbabile". Ma le chiusure locali "possono diventare inevitabili se la situazione sfugge di mano, se il controllo del territorio e degli infetti sfugge di mano". E il rischio esiste, perché "c'è sempre una festa danzante o un barbecue da fare, un funerale da celebrare". Così il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, sottolineando che "400 casi al giorno non sono tanti né pochi. Dicono che il virus c'è ed è presente in tutto il paese. Siamo ancora in una situazione governabile. Però è una situazione precaria e il passaggio, il salto quantitativo, può essere molto veloce, questo è il rischio vero".
mercoledì 12 agosto 2020
Domande a corsa
A proposito delle seicento euro: i carabinieri di Piacenza come stanno? Al prossimo referendum sul taglio dei parlamentari, oltre che con la propria tessera elettorale, occorrerà presentarsi con un paio di forbici? E le mascherine all'aperto, anche e soprattutto se si è da soli, come Parigi adesso insegna, quando? E il vaccino russo di quello che lo fa prima alla figlia e mica per sé, obbligatorio (un cazzo) come dice il signorino van bischero di Rignano conterrà abbastanza mercurio da diventare noi stessi metalli liquidi sì da misurarci costantemente la febbre? Al bollettino quotidiano del Ministero della Salute, costantemente divulgato, che riporta i dati sul coronavirus, saranno affiancati altri bollettini di analogo monitoraggio su altri tipi di malattie che purtroppo non godono del medesimo trattamento pubblicistico e pubblicitario? Non sarebbe preferibile, al sierologico, un'illogica allegria?
lunedì 10 agosto 2020
Correre sette
7. «Come ho detto, in luglio ho corso trecentodieci chilometri». Io no: io ne ho corsi quasi la metà, centoquarantotto per la precisione. Ciò nonostante, come Murakami per i suoi 310, anch'io ritengo che i miei 148 non siano un risultato disprezzabile. «No, nient'affatto disprezzabile».
«Quando ho allungato la distanza, ho cominciato a dimagrire: in due mesi e mezzo ho perso sette libbre ed eliminato il grasso che aveva cominciato ad accumularsi intorno alla pancia. Sette libbre sono più di tre chili. Immaginate di andare dal macellaio, comprare tre chili di carne e tornare a casa a piedi con il pacchetto in mano. Tanto per farvi un'idea concreta di che peso costituiscano. Al pensiero che me li ero portati addosso per tutti quegli anni, mi sentivo piuttosto confuso».
Aldilà del fatto che, primariamente, per un giapponese sarebbe stato più opportuno scrivere subito chili e non libbre (si fottano gli americani con le loro libbre, i loro galloni, le loro miglia e i loro fahreneit); e, secondariamente, per un romanziere supporre che i chili che abbiamo addosso non siano fatti soltanto di carne ma anche di altre componenti (liquide, solide e aeriformi: vi è mai capitato, per esempio, di sentirvi più leggeri dopo un rutto o un peto, o anche, meno prosaicamente, di percepire il peso della propria anima?); anch'io, da quando ho cominciato a correre, ho perso un paio di chili - e per me sono tanti, giacché ne ho pochi addosso -, e dai miei 62 (!) sono sceso a sessanta (!!). Sono magrissimo: se fossi un pugile sarei tra i superpiuma e i leggeri, ma siccome andrei subito ko, diciamo che sono un peso risorto: asceso al cielo a la mancina del pater, m'involo come un amata phegea (o paraculo, come si chiama la fegea dalle mie parti) e, sebbene sia facile da acchiappare, al primo refolo di vento, appunto, ascendo (Nabokov, aripijame te).
A proposito del mio peso, della mia costituzione o consistenza: potrei adesso fare una digressione che mi porterebbe lontano assai dal presente ordinario autoritratto di un blogger che s'è messo a correre. Purtuttavia - sarò stringente come una XS - qualche parola occorre scriverla - e la scriverò, sì, sì, ma prima devo auto-complimentarmi dell'impresa compiuta ieri: diciassette chilometri (con una sola pausa di 30 secondi a fine andata per orinare) di corsa (trail running) durante la quale ho percorso in poco meno di due ore (1h 59' andata e ritorno), un tratto del Sentiero 00, sul crinale montano dell'Appennino tosco-romagnolo che Dante chiamò il Gran Giogo (la Giogana, Purg. V). «Bravo Massaro, che bestia». «Grazie».
sabato 8 agosto 2020
Sentieri (correre 6)
venerdì 7 agosto 2020
Vaffanculo a me
martedì 4 agosto 2020
Delle cose nascoste sin dalla fondazione della Repubblica
domenica 2 agosto 2020
La sinistra multista
«Oggi in Italia 5 morti di COVID-19, con 43 malati in terapia intensiva (1.1% del picco) ed i ricoveri ospedalieri totali a quota 705 (MINIMO STORICO da mesi, mentre al picco erano oltre 29.000). I nuovi casi sono 295, quindi un po’ meno dei giorni scorsi, ed i casi totali attivi sono al momento 12.457 (al picco erano oltre 108.000). Situazione quindi sotto controllo [...]
Una doverosa riflessione: come sappiamo, in Italia ogni giorno muoiono circa 2.000 persone. Il che vuol dire che ieri ne sono morte 5 di COVID-19 e 1.995 di altre cause. Cerchiamo di ricordarci anche di loro» (Guido Silvestri).