domenica 29 giugno 2008

Dimissioni

E se, così d'improvviso, Berlusconi
desse le dimissioni?
Se decidesse di ritirarsi, di godersi,
definitivamente, le sue ville, le sue barche
le sue Bermuda e si dedicasse a spargere il seme
sulle mille fanciulle pronte ad accogliere
i figli illegittimi del potere?
Se si mettesse a competere col colonnello Gheddafi.
Se facesse in privato il faceto,
se carpisse l'attimo segreto,
se capisse come l'Italia davvero
avrebbe bisogno di una sua tranquilla
fuoriuscita dai coglioni?
Che figurone farebbe il nostro Silvio nazionale:
a lui prontamente sarebbe tutto perdonato;
e giù biografie a scriversi comincerebbero
giù profili storici, giù ponderate riflessioni
su questo instabile statista
che cerca l'Essere nell'essere degli altri
che questua il Riconoscimento,
che ha salvato "l'Italia dalla Sinistra"
che ha dato culo e cultura e calcio
che sa, nel suo intimo, che nei prossimi decenni
difficilmente alcuno potrà mai competere
con la sua influenza, colla sua storicità
con la sua presenza continua e costante
col suo tenere la scena ininterrottamente.
Sì, Silvio, pensa che colpo di teatro definitivo:
abbandonare la scena sul più bello
nel momento di massimo potere.
Omero, Dante e Shakespeare si toglierebbero il cappello
davanti a un siffatto gesto.
Fallo, ti prego, al più presto.
Ripiglia il mar di Sardegna
coltiva cedri e albicocchi
il mirto respira.

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