domenica 12 ottobre 2014

Un mondo disfatto.

Il mondo va disfacendosi.
Eppure è pieno di fare.
Sì, ma è un fare che nasce disfatto, che si liquefa a ogni contatto.
Eppure certe cose son dure.
Occorre afferrare il senso della dissoluzione.
Fammi un esempio.
Subito. Entrare in un ipermercato, riempire lentamente il carrello fino al colmo e poi, quando è il momento di andare alla cassa, abbandonare il carrello in fila e uscire a mani vuote, dalla corsia senza acquisti.
Una spesa interrotta, come un coito?
Sì, pianificare il disfare, il disfarsi.
Ma come fai a tornare a casa senza carta igienica, senza burro?
C'è un nesso tra le due cose?
Può darsi.
Benissimo. Poniamo sia la morbidezza.
Poniamola.
Ti rispondo: le mani vuote sono le più adatte per accarezzare, per toccare, per disfare.
Ne consegue che le mani piene siano il contrario.
Esatto.
E una mano piena e l'altra vuota?
Ti racconto l'aneddoto della pasticciera zozza: un giorno, la pasticciera si infortunò a un braccio e le misero un gesso che le arrivava sino a metà mano. Ella però dovette continuare a lavorare perché non aveva alcuno che la sostituisse. Una mattina, dopo che aveva infornato le paste, la pasticciera uscì dal laboratorio per fumarsi una sigaretta, il camice tutto sporco di cioccolato e altri ingredienti di svariati colori e, inoltre, appunto, il braccio ingessato sospeso con una benda, unta benda, che le passava intorno al collo. Un signore, che passeggiava nei dintorni con il cane, le si avvicinò e le disse: «Sai, mi è venuto un dubbio». E lei, seppur diffidente, per finta cortesia domandò: «Quale dubbio?». E lui: «Come fai a lavarti la mano con una mano sola?»
E lei che rispose?
Lei, continuando a rosicchiarsi l'unghia nera dell'indice destro, con un'abile mossa di prestigio, spostò la sigaretta dalle falangi del medio e dell'anulare, a quelle dell'anulare e del mignolo; alzò quindi, ben teso, il dito medio e disse: «Fatti i cazzi tuoi».
E quel signore come reagì?
Da quella mattina è andato a mangiare il dito dell'apostolo da un'altra parte.

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