venerdì 31 ottobre 2014

Far così non è gentile

a Fred Buscaglione

Spesso, nella casa dell'impiccato, Lucas mostra la corda e cade al tappeto come corpo vivo che ha perso il tram proprio all'ultimo secondo e, appunto, cade, spossato dallo sforzo, aveva un appuntamento preciso con una ragazza, aveva sui venti lui e sui diciotto lei, lei che era la figlia di un poeta epico contemporaneo che scriveva lunghi versi da rompicoglioni che non sapevano d'un cazzo, però lui alla di lui figlia non gliel'aveva detto, anzi, lei aveva un bel sorriso e un seno mordido, così almeno le sue mani lo immaginavano, stando seduto accanto a lei sul divano ad ascoltare il padre declamare le interminabili strofe di endecasillabi sciolti, come la diarrea.
E così, quando Lucas arrivò, col tram successivo, nel luogo concordato, lei chiaramente non c'era nella piazza dove si erano dati appuntamento, eppure aveva fatto appena un quarto d'ora di ritardo, i telefonini non c'erano e lui con lo sguardo girava a compasso la piazza e, in fondo, in una strada di accesso gli sembrò di intravederla, fece una corsa, era lei, aveva il muso lungo, era bella, non gli disse manco ciao. E sì che si scusò, che dette la colpa a quello stronzo dell'autista, e a un suo amico che lo aveva importunato per chiedergli un consiglio su che pesci prendere con la ragazza, ma lei niente, zitta, camminava a testa bassa, nessun segno di comprensione. A lui, improvvisa, giunse un'eccitazione fulminante, c'era quel fiore di vita pieno a portata di mano e sentiva che non poteva coglierlo, la rabbia montava, la disperazione. Così scoprì dal mazzo che si era fatto durante il giorno la carta stupida dell'indifferenza e disse, serio: «Va be', te lo dico un'ultima volta: mi spiace, non ho fatto apposta, accetta le mie scuse, altrimenti pazienza, ciao, buona passeggiata». Lei alzò la fronte da terra e fissò, altrettanto seria, gli occhi dentro i suoi. Ci fu un attimo di esitazione, le labbra di marzapane lievemente si schiusero, e ciò bastò a lasciar filtrare i raggi del sole negli spazi lievemente pronunciati tra un dente e l'altro. Dio come era bella, buona, tanta. L'avrebbe seguita ovunque nonostante l'alterigia e l'ostentato disprezzo. Ma fu impossibile. Quello sguardo di grazia pieno si diresse verso tutti i punti dell'universo tranne quello dov'era posto lui. Non gli disse nemmeno ciao. Lui non le disse nemmeno vaffanculo.

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