sabato 4 ottobre 2014

Tutti a cena da Giglioli il sabato sera

Poco fa, su Facebook, Giglioli ha scritto:
«Cara sinistra, sai che ti voglio bene ovunque tu sia.
Intanto però se vuoi avere un senso domani, smettila di parlare di lavoro.
Il lavoro era un mezzo, non un fine. Un mezzo per avere diritti di base come la casa, la salute, l'istruzione, lo svago.
Essere di sinistra non è puntare al mezzo, ma puntare ai fini. Curiosamente, proprio adesso che l'ipercapitalismo ruggisce delle sue vittorie, le tecnologie, gli algoritmi e l'automazione permettono sempre di più di guardare ai fini con una attenzione molto ridotta ai mezzi.
Ex malo bonum, insomma.
Perché le grandi ricchezze non si formano più dal lavoro.
A proposito, con rispetto, il meccanismo raccontato da Marx è un filo superato dalle cose. Al tempo di Marx non c'erano gli algoritmi. Né l'intelligenza artificiale che trasformava pure il terziario. Altro che catene di montaggio.
Siccome Carletto era un ragazzo intelligente, probabilmente vivesse oggi si incuriosirebbe da pazzo degli algoritmi. Dell'automazione, dei nuovi modi in cui il capitale crea capitale. Peccato non ci sia: sarebbe utile.
Comunque basta con questo lavoro, ci ha rotto i coglioni. Il lavoro non è e non è mai stato un valore in sé. Era un valore per i diritti che portava. Oggi non li porta più. Porta, nel più dei casi, schiavitù. Domani si lavorerà tutti poco. O pochissimo, Comunque meno. La questione vera quindi sarà se e come redistribuiremo i capitali creati in maggior parte dal non lavoro.
Ecco perché, cara sinistra, ovunque tu sia smettila di parlare di lavoro. Grazie. Ciao.»
Da cui si evince che:
1) Giglioli è un necrofilo, essendo la sinistra una cosa morta (ovunque essa sia).
2) Giglioli è un negromante perché evoca il defunto, gli parla, gli dà consigli, forse a scopo divinatorio.
3) Giglioli parla di mezzi e di fini senza sapere che cazzo dice: il lavoro sarebbe stato il mezzo per ottenere il fine (i diritti di base: casa, salute, istruzione e svago); per questo, essere di sinistra non è puntare (difendere) il mezzo-lavoro, ma puntare (ottenere) il fine della sussistenza.
4) Secondo Giglioli, l'ipercapitalismo non ha più bisogno di "lavoro" perché per creare ricchezza gli bastano la tecnologia, gli algoritmi e l'automazione. Cioè: per aggiungere valore al capitale, è sufficiente il capitale. Che magia! Per fortuna di Giglioli, la sua è una necromanzia riservata alle cose morte e non alle idee vive, altrimenti Marx resusciterebbe apposta per dargli un calcio nel didietro.
5) Dato che, quindi, «le grandi ricchezze non si formano più dal lavoro» (sta pensando al suo datore di lavoro e ai 500 milioni di euro ricevuti da Berlusconi per il caso Mondadori?), sembrerebbe logico chiedersi come ottenere dai capitalisti la sussistenza senza lavorare, considerato che essi prima la elargivano in cambio, appunto, del lavoro. Purtroppo, Giglioli non se lo chiede perché, oddio!
6) scrive che «il meccanismo raccontato da Marx è un filo superato dalle cose». Oddio, ci riprova, questa volta con una seduta spiritica. Chiama Carletto, Carletto, come fosse Corrado; e intanto una vocina gli risponde: «E io che sono Carletto l'ho fatta nel letto, l'ho fatta nel letto di mamma e papà». Ah se Marx avesse avuto un computer per fare gli algoritmi![*] Si sarebbe accorto che il capitale ha il potere di ricreare se stesso da se stesso, per partenogenesi. Ah, peccato che Marx non ci sia, si lamenta Giglioli, aggiungendo che la sua presenza ci sarebbe utile. Sì, utile per darti un calcio nei coglioni visto che tanto
7) il lavoro te li ha rotti, i coglioni. Oh, poverino, non solo a lui, ma a tanti, a tutti coloro che per sopravvivere devono lavorare. E meno male che egli predice, «domani si lavorerà tutti poco. O pochissimo. Comunque meno.» Già, e in parte è vero, ha ragione, è una realtà della società occidentale, nella quale ci sono sempre meno posti di lavoro. Purtroppo Giglioli non si chiede perché. Glielo spieghiamo lo stesso noi, senza l'utilizzo di algoritmi: perché i posti di lavoro sono stati occupati da lavoratori di altre parti del  mondo, quelle in cui i diritti di base costano meno, quasi niente, tanto meno che spesso non esistono.
8) Ma, in ultimo, la questione vera è per Giglioli una sola: «Come redistribuiremo i capitali creati in maggior parte dal non lavoro?». Vedi Giglioli, se invece di leggere Piketty tu leggessi Marx capiresti che tali soldi, fossero lasciati a se stessi, dopo poco tempo sarebbero carta buona solo per pulirsi il culo. I capitali creati dal non lavoro non esistono, non essere citrullo. Il capitale si nutre di plusvalore fornito dal lavoro umano. È plusvalore estratto (più o meno legalmente secondo i vari ordinamenti) dal lavoro quello che poi viene impiegato nella finanziarizzazione del mondo intero (debiti pubblici globali).
E, quindi, la vera questione è un'altra: quella di corrispondere il reale dovuto al lavoratore della propria giornata lavorativa, lavoratore il quale per ottenere i diritti base lavora sempre e comunque, in ogni parte del mondo, più del necessario proprio perché il valore a lui non corrisposto va a finire nelle tasche del capitalista. Tutti i diritti base occidentali del Novecento sono state mere concessioni perché esistevano condizioni storiche determinate che lo consentivano. Ma adesso che il capitale si è liberato, ovverosia globalizzato, la lotta di classe al contrario, quella del capitale contro il lavoro si è dispiegata globalmente e la sinistra bellin bellina di una volta è rimasta attaccata al cazzo. Te compreso, Giglioli.
 9) Ecco perché, caro Giglioli, ovunque tu sia, smettila di scrivere (e dire) cazzate, le quali per te, appunto, sono lavoro - e dato che il lavoro ti ha rotto i coglioni smetti di fare il giornalista e vai a in Nepal a vivere d'aria. Da quelle parti è fina, come sai. Aiuta l'ossigenazione. Non ti dico di cosa.


[*] Ah se Darwin avesse avuto la diffrazione a raggi X, avrebbe avuto la conferma della validità della sua teoria.

1 commento:

Olympe de Gouges ha detto...

la mistificazione e la falsificazione sono in ogni epoca un lavoro, come mezzo, il cui fine è prendere lo stipendio. Gilioli è robaccia.