sabato 15 aprile 2017

Anche le formiche nel loro piccolo piangono

In questi giorni, complice la primavera, un esercito di formiche ha invaso alcune zone di casa (gli inconvenienti di abitare a pianterreno, in campagna). Di solito, come difesa, spargo borotalco e appiccico nastro adesivo da pareti per tappare le minime fessure degli stipiti, del battiscopa, del cartongesso che copre la canna fumaria di cucina. Ma quando ciò non basta, tocca, purtroppo, ucciderle. A me non piace affatto ammazzare le formiche; ma per quanto dica loro di tornare da dove sono venute, fornendogli pure lasciapassare zuccherini, non c'è niente fare: non parliamo lo stesso linguaggio. Il loro capo, la loro mente (la regina) impone loro di agire sino al sacrificio estremo. E, inevitabilmente, per non ritrovarmele persino dentro il letto, o gli scaffali di cucina, le uccido. Tuttavia, quando vedo alcune di loro che, a sprezzo del pericolo, prendono resti delle loro compagne morte per riportarle, chissà con quanta fatica, al loro ospedale da campo, quasi mi commuovo ed esito un istante, ricordando a me stesso un post scriptum di una lettera che Eduard (padre del narratore del romanzo Clessidra di Danilo Kiš*) scrive alla sorella Olga il 5 aprile 1942 alla vigilia della Pasqua ebraica:
«P.S.  È meglio trovarsi fra i perseguitati che fra i persecutori.»**
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* Uno dei libri più belli che abbia letto in vita mia.
** Magra consolazione credere che, in questo caso, i persecutori siano le formiche.

5 commenti:

siu ha detto...

Gran voglia di leggere il libro di Kiš, mi fai venire. Quanto alle formiche, una tizia che conoscevo diceva di averle debellate passando tutto con l'aceto. Ma sono passati degli anni, magari nel frattempo le formiche sono diventate resistenti all'aceto...

Luca Massaro ha detto...

E aceto sia.
P.S.
Sì, Clessidra è un capolavoro.

Andrea Sacchini ha detto...

Prendo al volo il suggerimento riguardo al libro di Kiš. Ah, bel post, complimenti ;)

Luca Massaro ha detto...

Grazie Andrea, benvenuto e piacere di conoscerti. Inserisco il tuo blog nel feedly.

Rachel ha detto...

Non ho mai capito la storia del borotalco, lo faceva anche un mio zio. È un tentativo di farle scivolare?
Credo che i resti delle loro compagne morte le formiche se li mangino.
Spero di sbagliarmi eh!