venerdì 14 aprile 2017

In corpore vili

Il Sole 24 Ore
Le motivazioni che spingono il governo a incorporare un corpo statale a un altro sono sfuggenti; e i cronisti che ne danno conto si limitano a pappagallo a riferire quello che il governo dice, questo:
«Anas entra nel gruppo Ferrovie [dopo l'ok del cdm e il via libera della Ragioneria dello stato]. Nel decreto altre due norme: la prima, che costituisce una precondizione, è la soluzione che consente, con circa 700 milioni derivanti da risparmi di gare, di risolvere larga parte del contenzioso che ha oggi l'Anas con gli appaltatori e che vale circa 9 miliardi; la seconda, voluta dal ministro delle Infrastrutture Delrio, consente di accelerare il decollo delle opere previste dal contratto di programma Anas-governo quando passerà il via libera del Cipe.»
A mio avviso, tali spiegazioni, pongono domande alle quali il cronista avrebbe dovuto tentare - almeno parzialmente - di rispondere, poiché così passa al pubblico soltanto l'idea che tale incorporazione è cosa buona e giusta perché fa risparmiare le casse dello Stato e, in più, fa “decollare” gli investimenti infrastrutturali. Ora, a) in base a quale artificio contabile lo Stato può risolvere il contenzioso da circa 9 miliardi di euro che Anas ha con gli appaltatori con soli (!) 700 milioni di euro? b) perché per far partire le opere previste (costruzione di strade, immagino), occorre che Anas sia incorporata dalle Ferrovie? Forse perché FS, valendo di più sul mercato, fa da garanzia a...  chi? Allo Stato? 
«Rispetto alle ipotesi di fusione Fs-Anas circolate nelle settimane scorse, la soluzione trovata dai ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture è più articolata [corsivo mio] e prevede l'acquisizione della società Anas come è oggi da parte del gruppo Fs. In questo modo la società stradale manterrà la sua autonomia¹. L'operazione di trasferimento non avverrebbe a titolo gratuito, ma con aumento di capitale di Ferrovie effettuato dallo Stato con il conferimento di Anas. Questa soluzione consente di mantenere invariato il patrimonio dello Stato, che era l'obiezione mossa dalla Ragioneria. In sintesi, oggi lo Stato ha un valore patrimoniale di 38 miliardi circa di Fs e di 2 circa di Anas. Dopo tale operazione lo Stato avrebbe un valore patrimoniale di Fs di 40 miliardi circa, mantenendo immutato il saldo complessivo».
Famo a capisse: il governo incorpora Anas dentro Fs perché quest'ultime son più ricche e consentono un indebitamento meno pericoloso e offrono così migliori garanzie per gli investimenti infrastrutturali che il governo ha promesso. Infatti, come si legge altrove:
«Un altro snodo fondamentale per il buon esito del matrimonio è che la norma permetta alla nuova entità di rimanere al di fuori del perimetro della Pubblica amministrazione, in modo da non sovraccaricare il debito che verrà contratto per gli investimenti sul bilancio dello Stato.»
Sbaglierò, ma credo che, anche dopo una distratta analisi (la mia), si capisca abbastanza che lo Stato è alla frutta e il governo, per sfamare il mercato, raschi dalle bucce dei frutti statali la parte residua; cioè a dire: per vendere debito che dia l'impressione a chi lo compra d'esser ripagato, il governo porta al monte dei pegni gli ultimi gioielli di famiglia, in questo caso le Ferrovie che faranno, appunto, da garanti agli investimenti infrastrutturali di Anas. E se un domani i soldi per far fronte ai debiti non saranno trovati, magia: sarà venduta (ai privati, con sconto) qualche tratta di ferrovia. In fondo è ciò che - in altri termini - è già accaduto con Autostrade per l'Italia che magicamente è finita nelle mani di certi magliettai del cazzo che mi piacerebbe tanto espropriare per commemorare il centenario della rivoluzion.
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¹ [urlando] «Eh? Icché t'ha' detto?»

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