martedì 6 giugno 2017

Come pasta d'acciughe

Le lasciai un biglietto sopra il tavolo, poche frasi di circostanza, meno di niente per essere un addio come si deve, ma Lisa era contenta lo stesso, bastava me ne andassi, finalmente, non ne poteva più dei miei argomenti, delle bottiglie vuote di birra e dei vestiti impregnati di nicotina, delle unghie lunghe dei piedi che, freddi, graffiavano il suo corpo quando entravo a letto mentre lei dormiva – ma soprattutto era contenta me ne andassi per liberarsi dall'assillo della mia gelosia impropria, visto che per ogni cosa che faceva le chiedevo «Cosa hai fatto? Dove sei stata? Chi hai incontrato?» anche se lei usciva quasi esclusivamente per assolvere ai doveri della nostra sussistenza: birre, sigarette, surgelati e pasta d'acciughe da spalmare su pane di segale, perché un po' di fibra fa sempre bene per il transito.

Appena un paio d'ore dopo che me n'ero andato, iniziò a piovere così forte che avrei avuto subito una scusa buona per rientrare e dirle che l'amavo ancora – soprattutto se sul suo viso avessi visto lacrime piovere come pioveva forte in quel momento. Ma sul ciglio della porta, un attimo prima che suonassi il campanello, la sentii parlare e ridere al telefono, soprattutto dire, con voce soddisfatta, ch'era un sogno me ne fossi andato, che il pensiero di impacchettare tutta la mia roba per disfarsi di ogni traccia della mia presenza, le riempiva il cuore di gioia, perché le sembrava di porre fine all'assurda fatica di Sisifo che era diventato il nostro stare insieme, dove chiaramente ero io il macigno, io la punizione divina.

E pensare che glielo avevo dato io, da leggere, Camus.

Per dispetto, presi il suo ombrello preferito, uno bianco coi fiorellini color lilla, e mi avviai verso la stazione. Salire su un interregionale notturno era la sola cosa possibile in quel frangente, uno di quei treni che si fermano in tutte le stazioni e si svuotano gradualmente sino ad arrivare al capolinea con tre persone a bordo, il macchinista, il controllore e me, addormentato, dimenticato da tutti, persino dai sogni.

1 commento:

Marino Voglio ha detto...

tranquillo, co' l'ombrellino coi fiorellini lilla un fidanzato che te se accolla lo ritrovi subbito. magari il controllore stesso.