giovedì 9 aprile 2020

Ridatemi Greta

«Anche durante il fascismo il confino era sostanzialmente presentato come una misura preventiva»

Dove abito - in campagna, da più di vent'anni - non siamo raggiunti dalla rete idrica comunale (in gestione, tra l'altro, a un'azienda privata) e usufruiamo, per casa, dell'acqua di un pozzo non controllata. Tale acqua, probabilmente buona da bere, anche se molto calcarea (ogni volta che la facciamo bollire, essa rilascia un notevole rigagnolo biancastro sul pentolame), dato che non è analizzata, la usiamo semplicemente per cucinare, lavare, lavarsi e scaricare il wc. Abbiamo sempre ritenuto che sia troppo oneroso un controllo sistematico e periodico come quello offerto da una rete pubblica. Così, per bere, da più di vent'anni, vado alle fontanelle del paese dove giunge acqua "termale" senza aggiunta di cloro, a caduta, da una sorgente il cui maggior quantitativo è imbottigliato da uno stabilimento di cui è proprietario Pierre Cardin.
Tali fontanelle si trovano all'interno di un piccolo parco cittadino che, dato il decreto in corso, è stato chiuso.

Che acqua usare per bere, dunque? Dato che, nel comune dove abito, verso la montagna si trovano numerose sorgenti con acqua pubblica gratuita, pensavo che, restando all'interno del territorio comunale, io potessi ivi recarmi per prendere dell'acqua da bere. Tuttavia, prima di farlo, per non infrangere decreti d'urgenza, ho pensato di rivolgermi alle forze dell'ordine, e stamani, per l'appunto, davanti al municipio, ho visto una pattuglia di carabinieri forestali (vestiti da carabinieri oramai: ahimè, mi piacevano di più le divise grigie) e a loro ho chiesto - rispettando la "distanza sociale" - se, dato che a casa non ho acqua potabile, potessi fare qualche km in auto, restando all'interno del territorio comunale, verso quelle fonti per prendere acqua. E loro mi hanno risposto di no, che non è un giustificato motivo, perché io comunque l'acqua a casa ce l'ho, che dovrei dimostrare di non avere acqua del tutto, e che comunque già ieri sono stati costretti a denunciare due persone che si erano recate a prendere l'acqua lassù.
Ora, siccome non volevo mettermi a discutere, tirare in ballo avvocati, carte costituzionali più belle del mondo eccetera e dimostrare alcunché, gli ho semplicemente risposto che, ahimè, va bene, comprerò l'acqua in bottiglia al supermercato, soltanto che andassero loro a dirlo a Greta Thunberg, se in queste settimane aumenterò considerevolmente il consumo di plastica.

Mi hanno risposto: «Greta chi?».

2 commenti:

siu ha detto...

Anche tu però, sempre a lamentarti... Pensa che quando un nipote ti chiederà: "nonno, cosa vuol dire la parola insensatezza?" avrai pronto quest'esempio perfetto (di quel giorno durante la pandemia del 2020 che volevo andare a prendere l'acqua alla fonte e pensai di chiedere ad un carabiniere ecc. ecc.) Vuoi mettere?

Olympe de Gouges ha detto...

in certe situazione, più che in altre, la prima cosa che diventa rarefatta non è la farina o la carta igienica (sic!) ma il buon senso.
ad ogni buon conto non sarebbe male istallare un addolcitore, cosa che avrai di certo già valutato (1500-2000 euro circa)