lunedì 14 febbraio 2011

Era l'ora

Era l’ora, caro Fabristol, era l’ora e va bene anche così..
Se le donne fossero andate in piazza per protestare soltanto contro l’illegalità e l’abuso di potere, allora sì che sarebbero state considerate delle “marionette” radical chic in mano alla sinistra e Giuliano Ferrara non se ne sarebbe così occupato (e preoccupato) Le donne hanno usato degli slogan populistici e pseudo-moralistici? In parte, forse, ma c'era anche tanta ironia. Ma se così fosse, tali slogan non sarebbero altro che armi convenzionali per combattere coloro che si nutrono di populismo a colazione, a pranzo e a cena.
Sia chiaro, aldilà della puerile accusa di giustizialismo dei berlusconiani , anch’io avrei preferito che lo slogan principale della manifestazione di ieri fosse stato un banale la legge è uguale per tutti. Tuttavia, se per una volta alcune donne motivano altre centinaia di migliaia (forse milioni) di altre donne (e molti uomini) a uscire di casa per manifestare contro un certo tipo di regime, non vedo perché lamentarsi e perché limitarsi a cercare il pelo (!) nell’uovo, se si parte dal presupposto che il presidente del consiglio deve sentire la pressione della piazza per rendersi conto che, questa volta, non basteranno le pagine de Il Foglio per nettare il suo culo sudicio.
Io poi non credo che le donne che ieri hanno manifestato lo abbiano fatto per contestare ad altre donne la libertà di disporre del loro corpo come desiderano. No. Ieri, nelle piazze d’Italia, le donne hanno difeso la loro dignità contestando il modello di selezione della classe dirigente femminile imposto dal potere berlusconiano che, in estrema sintesi, è: “se sei bella e ce la dài un posto in Parlamento (o in Regione, o in Provincia, o in Comune) tu avrai”: in breve, l’indignazione e la protesta di ieri erano dirette contro il perverso meccanismo che impone alle donne di essere delle belle puttane silenti se vogliono cimentarsi nella carriera politica (o dirigenziale in genere).
Ma cosa c’entri la sinistra in tutto questo, francamente - caro Fabristol - non lo capisco.
Ripeto. Se un numero consistente di donne libere va in piazza (non si scende in piazza; si scende all’inferno, non in politica) per contrastare la mignottocrazia, mi sembra un ottimo segnale di resistenza culturale prim'ancora che politica. È già qualcosa per smuovere il torpore di un popolo anestetizzato dallo status quo del Grande Marcio.

8 commenti:

Gians ha detto...

Due giorni di seguito sullo stesso tema non li reggo, anche se fai bene a chiedere delucidazioni a chi più ti ha "sconvolto" con le sue dichiarazioni, post, commenti. In parte avrai di certo capito che la penso come Fabristol, questo è il bello del dibattito.

Anonimo ha detto...

e con questo post, caro Lucas, io comincio a raccogliere firme per farti santo-laico subito
(lo sai che ti adoro, vero?)
WW

Luca Massaro ha detto...

@ Gians
Avevo scritto stamani all'alba su un foglio questo post (mi sveglio e penso a quel che più la sera prima mi ha colpito), ma ho avuto tardi modo di metterlo qui.
Secondo me ieri c'è stata una manifestazione bella, ironica, sorridente, senza bandiere bruciate, con dimolta presa per il culo... in fondo, coi limiti della cosa, una chiamata a raccolta via web come in Egitto e nel Maghreb. Soprattutto: a parte la monaca, non ho visto (o voluto vedere né udire) alcuna manifestante che se la prendeva con le rubiconde giovincelle olé olé dalla coscia facile... grida contro la bava di un potere che svilisce persino la bellezza di un pompino.

Luca Massaro ha detto...

@ WW.
cara la mia Donna Selvaggia, mi tocco i Santissimi dacché coi Santi (soprattutto quelli espressi) ci vo poco d'accordo.
:)

Anonimo ha detto...

"Tuttavia, se per una volta alcune donne motivano altre centinaia di migliaia (forse milioni) di altre donne (e molti uomini) a uscire di casa per manifestare contro un certo tipo di regime, non vedo perché lamentarsi e perché limitarsi a cercare il pelo (!) nell’uovo, se si parte dal presupposto che il presidente del consiglio deve sentire la pressione della piazza per rendersi conto che, questa volta, non basteranno le pagine de Il Foglio per nettare il suo culo sudicio."

Purtroppo Luca ho difficoltà a ragionare con la pancia come, a mio parere, state facendo voi su questa manifestazione. Come ho detto altrove avrei voluto una manifestazione per tutti i reati impuniti di Silvio, anche correlati con la questione Ruby, non su una presunta lesa dignità delle donne.
E comunque voglio risponderti con un post di una delle tue blogger preferite:

http://www.federicasgaggio.it/2011/02/se-non-ora-quando-almeno-per-la-legge-40/

e qui

http://www.federicasgaggio.it/2011/02/ancora-sulle-donne-anti-berlusconiane/

Gians ha detto...

Caro Luca, prendo coscienza del fatto che da persona sensibile quale sei e ti ritengo, anche in questa vicenda hai voluto privilegiare l'aspetto poetico legato al sano tam tam che viene dalla gente, donne ma non solo che ritengono la misura colma. Eppure, da come mi è capitato di dire pure da me, mai prima si è vista una tale mobilitazione in occasioni ben più pressanti per lo status femminile e più in generale per le libertà individuali.

Luca Massaro ha detto...

@ Fabri e Gians
Può darsi benissimo che io abbia visto solo quello che mi faceva piacere vedere e abbia glissato sugli slogan sulla dignità delle donne offese.
Verissimo anche ciò che scrive Federica. Ma, come ho commentato anche da lei, se in qualche modo un grumo di ribellione ha preso forma non farei tanta specie, soprattutto ora quando sono saltati tutti i parametri di un decente confronto democratico. Siamo noi blogger solitari, un po' agorafobici, che diffidiamo per istinto della massa, dato che
non seguiremo nemmeno dei piccoli cortei formati sulla base delle nostre perse parole di ribellione o di sconforto, che vorremmo non tanto che tutti la pensassero come noi (e ci mancherebbe!) ma che tutti per un momento nella vita pensassero, almeno una volta, da individui e si sganciassero dalla massa, dal gruppo, dal partito, dalla camicia imposta dal club di appartenenza (e in questo, cari Fabri e Gians voi siete paladini e perciò mi piacete).
Sì, è vero, i diritti negati e MetilCivati (vedi loro post http://metilparaben.blogspot.com/2011/02/il-momento-di-lanciare-la-sfida.html) pongono bene la questione. Vedremo... è che vorrei che il vento tunisino ed egiziano spazzasse anche le nostre strade, le nostre piazze in qualche modo, pur che venga, sarà benvenuto...

Gians ha detto...

Mi auspico con persone come te e Fabri, se non d'aprire varchi almeno di dare spiragli d'aria. Un abbraccio.