Che il governo si formasse era nell'ordine delle cose; tuttavia va riconosciuta a Enrico Letta una spiccata intelligenza politica (sia pure in un contesto di consociativismo).
Vero, la rielezione di Napolitano a Presidente della Repubblica ha tracciato una strada ben precisa, l'unica possibile da perseguire, abbandonando tutte le velleità di alleanza col movimentismo Cinque Stelle. Ed Enrico Letta era una delle figure più autorevoli sulla carta per conseguire il risultato del governo.
Nondimeno, un pensiero di pietà (non di dileggio) corre a quella fava di Bersani, il quale doveva accorgersi che, date le forze parlamentari, la strada per la formazione del governo era una e una soltanto (dato che quella doppia fava di Grillo ha sempre detto no - e quando ha detto forse era per spaccare il partito) - e quindi: perché Bersani, anziché andare alle consultazioni con gli otto punti carta igienica, non ha incontrato i partiti adottando lo stesso metodo usato da Letta? Chissà, forse poteva riuscire a lui questa sporca operazione, magari risparmiandoci Alfano all'Interno e Quagliarello alle Riforme.
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