Oggi sono stato in gita su un lago dell'Italia centrale, dicono di origine vulcanica per via della sua forma rotonda. Anche le tette della signora che camminava nella piazza antistante la basilica erano rotonde, chissà se anch'esse di origine vulcanica.
Il viale di platani che conduce al bordo del lago è molto bello. I platani, soprattutto, alberi enormi, altissimi, chissà di preciso quando furono piantati e da chi e se nella testa di costoro c'era questa previsione che un giorno io - e non solo io - dicessi “ma che bello questo viale di platani secolari, che occhio lungimirante hanno avuto coloro che li hanno piantati, mi sembrano i politici italiani degli ultimi vent'anni che hanno programmato il futuro della nazione”.
Mentre facevo queste riflessioni a voce alta, un signore dallo sguardo serio è esploso in una risata dicendo:
«Certo che se ci fosse Fanfani oggi farebbe le scarpe a tutti».
«Perché li ha piantati Fanfani?», rispondo.
«No, è perché pur essendo dei democristianacci, quei fetentoni qualcosa di buono fecero, mortacci loro, e senza far ingoiar l'olio di ricino a chi non la pensava come loro».
Annuisco e mi volgo perché accanto mi ripassano certune rotondità.
Arrivato sul bordo del lago, mi appoggio sulla balaustra che separa la strada dalla piccola spiaggetta, mi metto a prendere sole e vento forte in faccia e a guardare lontano, più lontano che posso per distinguere se in fondo, lontane all'orizzonte, quelle che girano sono pale eoliche o palle degli elettori del Pd.
Il piscio di una rondine sul naso (ammesso e non concesso che le rondini facciano pipì) devia i miei pensieri: è tempo di un caffè. Il bar è all'interno di un chiosco e il barista, un giovane dagli occhi azzurri, mi sorride; io risorrido ma senza sostenere il suo sguardo - e la mente parte nella strana teoria che è l'indugio dello sguardo a stabilire le proprie preferenze sessuali. No, non che abbia notato malizia negli occhi di quel ragazzo, solo gentilezza: è che, da parte mia, mi dico che se invece di un barista fosse stata una barista io i miei occhi li avrei confitti come canditi nei suoi per quella manciata di secondi sufficiente a far scaturire la scossa di un'emozione.
Il caffè è particolarmente buono, meno male, non sa di cloro né di sapone da lavastoviglie come quello del bar del Sarni alla sosta autostradale. Alle spalle la mia comitiva mi avverte che è ora di ripartire, veda di sbrigarmi e di fare poco l'asociale. Io non sono asociale, rispondo, è che la società ce l'ho tutta in testa e molta nei coglioni.
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