Non ricordo come
sia
stato possibile amarti
un
certo numero di volte
che
non ho registrato
su
alcun taccuino
perché
volevo i ricordi
finissero
tutti dentro
gli
spazi elettrici della mente
nei
vuoti soprattutto
in
modo che i neuroni
non
dovessero continuamente
ricordarmi
– impulso su
impulso
– come
sia
stato possibile amarti
come
sia stato possibile amarmi
come
tu mi amasti
un
certo numero di volte
che
non ho registrato
perché
ero un bambino
perché
non sapevo i ricordi
sarebbero
stati soltanto
dei
vuoti da riempire
con
immagini e parole
non
con la carne e la pelle
o
le mani sui reni su e giù.
Di
alcuna sostanza i ricordi
son
fatti: vita prosciugata
come
un’impronta sull’acqua:
non
c’è e non si vede eppure
l’hai
fatta, di lì è passato il passato.
Non ricordo come
ti
chiamavo senza dire il tuo nome
ti
stringevo senza toccarti l’addome
ti
coglievo senza strapparti le chiome
ti
prendevo a sassate con il cotone
e
fingevo che non avrei ricordato
che
avrei dimenticato tutto
quello
che c’era da dimenticare
compresa
quella parte di me
che
non si ricorda come
sia
stato possibile amarti.
2 commenti:
Belli (i versi improvvisi)
Grazie.
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