mercoledì 28 marzo 2018

Accendi la torcia

Franco parcheggiò la macchina al secondo piano del parcheggio sotterraneo di un supermercato e si congratulò di essere riuscito, al primo colpo, a mettere le ruote perfettamente dentro gli spazi appositi. Scese di macchina e si avviò dentro un tunnel in penombra che conduceva verso gli ascensori per salire al piano dei negozi, quando vide un uomo di colore dai capelli brizzolati, seduto all'indiana su un tappeto liso e bisunto sul quale aveva appoggiato merce di vario tipo, calzini di spugna bianca compresi. Chiese a Franco se aveva da accendere, il quale rispose: «Ok, Google: accendi la torcia», al che l'uomo di colore, con un moto di sdegno, tirò fuori dall'interno del suo caffettano multicolore l'autobiografia di Malcom X.
Franco si scusò per l'equivoco, giammai aveva avuto l'intenzione di passare per un suprematista bianco, gli era sempre bastato uno specchio o un selfie per capire che sentirsi superiori era davvero difficile. Si sentì dunque in debito e la coscienza gli impose di comprare qualcosa da scegliere tra quelle cianfrusaglie invendibili, inservibili e piuttosto laide. Scelse una specie di collana di pietre colorate, tre colori alternati, bianco, blu e arancione.
«Quant'è?» chiese, comunque pronto ad aggiungere cinque o dieci euro, quale che sia stata la cifra «Niente. I portafortuna non sono in vendita: si possono soltanto regalare.»

[...]

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