sabato 31 marzo 2018

Stringiamci a Bardonecchia

Lo specifico dei fatti di Bardonecchia lasciamolo alle urlate cronache, qui occupandoci, sommessamente, marzullianamente sottovoce, piano piano, del fatto che - salvo un Salvini che ha fatto un bau e morta lì - della costrizione atlantica che ha imposto alla Repubblica italiana di seguire i desiderata inglesi circa il caso Skipral, quando invece essa avrebbe potuto e dovuto fare la riottosa e dir di no a quei rottinculo sudditi della regina, la stampa nostrana ne ha parlato come fosse un atto dovuto, con pochissimi autorevoli commentatori a suggerire l'evidenza che, per una volta, e per così poco, anche di fronte ai ripetuti schiaffi atlantici dall'Italia ricevuti, dal colpo di mano anglofrancese contro Gheddafi, alla mancata solidarietà per l'emergenza profughi, al caso Regeni e, in ultimo, alla nave Eni sequestrata al largo di Cipro dall'alleato stronzo ma turco, lo Stato italiano avrebbe avuto solide e inconfutabili motivazioni per dire no, noi non cacciamo alcun diplomatico russo, punto e basta, ecco, riguardo allo sconfinamento di doganieri francesi a Bardonecchia, dobbiamo rilevare che questa indignazione, questi richiami dell'ambasciatore¹, questo stracciarsi le vesti perché il vile francese ha varcato il confine, beh, fanno veramente ridere la cappella, sia essa circoncisa oppure no.

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¹ Quando quella testadicazzo corrotta di Sarkozy bombardò la Libia non mi risulta che fu richiamato alcun ambasciatore d'Oltralpe.

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