domenica 1 novembre 2020

Oh oh, cavallo

Ho letto che Conte vorrebbe l'appoggio delle opposizioni perché le opposizioni glielo appoggino, il prossimo imminente decreto. Essendo appoggiatori seriali, le opposizioni non appoggeranno, perché occorre mantenere una certa quota di distanziamento e differenziazione pur nella lapalissiana omogeneità, abbai e ringhi a parte. «Chiudere, chiudere, chiudere ancora» sarà il refrain e la soluzione unica perché ci vuole responsabilità, ci vuole senso civico, ma io dico: ci vorrebbe un cavallo figlio del lampo, degno di un re, per levarsi dalle palle da questo assurdo gravame di burocrazia impositiva e costringente concepita e poi partorita dentro uffici ministeriali, istituti superiori e comitati di sanità pubblica. 
E il rancore e il risentimento che covano, senza esplodere, promettendo vendette rimandate (ti sputerò in un occhio, ti ghigliottinerò) non sono altro che indignazioni a orologeria. Gli schiaffi insegnano solo se dati nel momento esatto in cui il misfatto è compiuto. Poi non servono a niente, se non a renderci cisposi e a farci, così, vedere la realtà con occhi semichiusi.  

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