lunedì 12 ottobre 2015

Alla berlina


Festa grande per i single.

Si vede che una volta leggevo Cuore.

A parte ciò.

Stamattina ho sentito cinque minuti Gian Antonio Stella a Prima Pagina, Radio Tre, rispondere a un ascoltatore - il quale era intervenuto sulla situazione in Turchia, osservando che la responsabilità dell'Europa è enorme nel non aver ostacolato (boicottato) la politica di Erdogan - che, è vero, «Erdogan è un lupo travestito d'agnello» che «alla lunga ha l'obiettivo di trasformare la Turchia in qualcosa di diverso, mille miglia lontano da quello che era stato fondato da Ataturk. Però c'è poco da fare: che cosa fai? Purtroppo la Turchia ci mette davanti alla nostra [di europei] impotenza, a prescindere dalla lentezza d'intervento dei leader occidentali. Che fai?». 

Aspetta Stella che ti dico cosa fare, così poi magari lo dici in diretta domani mattina (oppure lo scrivi sul Corsera).

«E l'orgoglio deriva dal fatto che questa [la Nuova Fiat Tipo] è una quattro porte completamente nuova, "concepita fin dall’inizio come berlina a tre volumi, secondo il concetto "Born to be Sedan", che permette di esaltare le forme bilanciate del design italiano garantendo personalità senza compromessi sulla funzionalità" spiegano proprio al centro stile Fiat italiano, dove la macchina è nata per poi essere prodotta nello stabilimento Tofas a Bursa (nascono qui le Linea, Qubo , Nuovo Doblò, Fiorino e Doblò Cargo) uno dei più innovativi siti industriali del mondo come attesta la medaglia d'Oro World Class Manufacturing,».

Hai capito Stella cosa si potrebbe fare? Come, non sai che Bursa (anticamente Prusa) è una ridente città industriale della Turchia, situata a sud del Mar di Marmara e appoggiata alle pendici del Monte Uludağ? E quindi? Quindi uno va a prendere per il bavero quel gran genio col golfino che lavora acca ventiquattro tra Detroit e Blonay e gli dice: «Senti bellino, perché non andate a produrla a Mirafiori o a Melfi la nuova berlina tre volumi Treccani, data la linea enciclopedica?». 
Dici, o Stella, che non si può fare e, forse, nemmeno dire? Allora, la prossima volta, evita la domandina retorica («Che fai?») che presume che non ci sia una risposta, perché, come vedi, una risposta c'è: che l'Unione Europea imponga alle industrie che hanno sede legale in Europa di trasferire i loro siti produttivi ubicati in Turchia altrove, per esempio in Armenia. Vuoi vedere che in una settimana Erdogan fa Baglioni?

4 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

il capitale multinazionale non guarda in faccia nessuno, soprattutto le sue vittime
che vuoi gliene freghi a Stella che lavora per un giornale la cui proprietà, come ben rilevi tu, è Fiat

lozittito ha detto...

«alla lunga ha l'obiettivo di trasformare la Turchia in qualcosa di diverso, mille miglia lontano da quello che era stato fondato da Ataturk.

questa Turchia, quella nazionalista, stragista e, naturalmente, in predicato di essere riconosciuta come media potenza capitalista, è esattamente la continuazione di quella fondata dal "laico" Mustafà Kemal. La religione oramai non spiega più nulla di sostanziale, se è questo, come mi pare, che intende Stella

siu ha detto...

Stamattina, invece, Stella ha ammesso di sapere poco, dimostrando poi ampiamente di non saperne proprio nulla, del TTIP, intorno al quale ha comunque continuato a parlare come se si trattasse di innocua acqua fresca, e prendendosela pure con i complottisti sempre lì ad immaginare nefandezze da parte delle multinazionali...
Se queste sono le stelle.

Luca Massaro ha detto...

Lo spieghi bene tu, ma non Stella :-)