domenica 5 giugno 2016

Lettera al direttore

«I libri di storia parleranno di noi come di quella generazione di europei che rimase indifferente mentre una strage avveniva sotto i suoi occhi.»
«Noi». Noi chi? Me e lei, stimato direttore? E, se sì, potrebbe specificare meglio perché «noi» (io e lei) restiamo indifferenti (anche se lei, in questo caso, dimostra di non esserlo, occupandosene, seppur con carta e penna, anzi: con tastiera e schermo)?
In concreto, oltre a parlarne, che altro potremmo fare per non restare indifferenti?
Ragionare? Mi consenta, da par mio, di provarci.
«La migrazione è uno degli elementi che caratterizza la nostra specie, è parte di quello che siamo. L’umanità è stata in movimento per millenni.»

Per quanto attiene alle questioni umane, rifugiarsi nel naturalismo equivale quasi sempre a rifugiarsi in una stalla, con le vacche e i porci. Nella fattispecie, la migrazione è «uno degli elementi» che ci caratterizza e ci apparenta ad altre specie animali, come la peristalsi: un altro genere di movimento che dura da millenni.
«E oggi ci troviamo davanti al paradosso di paesi industrializzati che devono affrontare una gravissima crisi demografica, con conseguente scarsità di manodopera, e al tempo stesso impediscono l’ingresso a persone che cercano disperatamente un lavoro. Tutto questo perché molti cittadini europei, spesso istigati da politici senza scrupoli che fanno leva sulla paura e sull’ignoranza per raccogliere più voti, pensano che i migranti gli faranno perdere il lavoro e mineranno la sicurezza sociale. Ma non è vero: i migranti aiutano l’economia.»

«Paradosso». Perché, stimato De Mauro, da tempo non si espongono le reali ragioni che spingono la popolazione dei paesi industrializzati a non proliferare più come una volta? Forse perché ci sono più distrazioni nel tempo libero? Perché si usano i contraccettivi? O semplicemente perché il cosiddetto proletariato europeo s'è rotto le palle di fare figli per la patria, in quanto ha consciamente o inconsciamente capito che il movimento del capitale ha molto meno bisogno di forza lavoro rispetto a una volta e quindi...
Infatti, in quali settori lavorativi la manodopera scarseggia? Detto altrimenti (per restare in campo naturalistico): quali nicchie ecologiche i migranti hanno occupato e andranno ad occupare dal terziario all'industria, dall'artigianato all'agricoltura? Si potrebbe sostenere, con scarsissima probabilità di essere smentiti, che nel 99% dei casi, i migranti «che cercano disperatamente un lavoro», hanno trovato e troveranno un lavoro da disperati.
I migranti aiutano l'economia a completare il lavoro sporco, quello sottopagato, ai limiti della schiavitù di fatto e di diritto.
«In uno studio su quindici paesi europei pubblicato sul settimanale scientifico New Scientist, l’Organizzazione internazionale del lavoro ha calcolato che a ogni aumento dell’1 per cento della popolazione di un paese dovuto ai migranti, il prodotto interno lordo cresce tra l’1,25 e l’1,5 per cento. E la Banca mondiale ha stimato che se la forza lavoro dei paesi più ricchi crescesse del 3 per cento con i migranti, il pil mondiale aumenterebbe di almeno 356 miliardi di dollari entro il 2025. Chi alimenta la xenofobia non si rende solo complice di una strage: ci sta anche sottraendo ricchezza, benessere, sviluppo.»

Curiosità: è mai accaduto che l'autorevolissima rivista New Scientist abbia mai effettuato una ricerca scientifica seria e dettagliata su come funziona il movimento del capitale? Sa, esimio De Mauro, che questo potrebbe fornire delle risposte al movimento dei migranti paragonabili a quelle della scoperta dell'acqua calda assolutamente non alimentata da alcun fuoco xenofobo?
Sbaglierò, ma io penso che le preoccupazioni della Banca mondiale per i migranti siano dello stesso tenore di quelle che avevano gli spartiati nei confronti degli iloti. Infatti, come scrisse qualche mese fa Olympe de Gouges
«in una società sedicente libera e democratica, in cui non sia consentita legalmente la schiavitù, la ricchezza più sicura consiste in una massa di poveri laboriosi, e cioè bisognosi. È esattamente l’antico principio secondo cui la ricchezza non vale nulla se non c’è chi lavora per te. Ed è un principio essenziale che qualunque borghese – a partire dalla signora con la sua colf – ha inculcato bene in mente, per educazione e per interesse pratico, di classe.»

Non è un caso quindi che, fatto salvo coloro che fuggono la barbarie della guerra che ha loro devastato le condizioni minime di sopravvivenza (e sono tanti), tutto il resto del movimento migratorio consista in un mero movimento legato alla forma elementare del capitale: la merce. Tuttavia, in questo caso, la “merce” sono i migranti stessi, o meglio: la loro forza lavoro, particolarmente conveniente in momenti in cui il capitale ha l'urgenza di reperire, oltre alla manodopera necessaria alla produzione, anche manodopera di riserva, concorrente, disoccupata, indispensabile per mantenere basso il livello del salario. 
Per questo, gentile direttore, le confesso che non credo minimamente alle stime della Banca mondiale, né tantomeno reputo attendibile lo studio di New Scientist. Di più: senza affatto sentirmi xenofobo e razzista, temo invece che la caccia al lavoro di merda (di schiavi o controllori degli schiavi) provocherà maggior conflitto tra poveri e diseredati e che il conflitto sociale, alimentato dai populismi, dai nazionalismi e dal refugium peccatorium della fede (in ispecie l'islamica) mineranno eccome la sicurezza sociale. 
Sappia, comunque, caro direttore, che spero tanto di sbagliarmi.

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3 commenti:

dmitri ha detto...

Prova a pensa' che ogni immigrato so' sordi, quello della solidarietà è un affare, dei poveri (di ogni colore) non gliene frega un cazzo, preti e cooperative semplicemente li usano per avere soldi.
Prima ti minacciavano con l'inferno, adesso con la riprovazione sociale: da peccatore a insensibile razzista, ma sempre nel culo te lo vogliono mettere. Sono tutti Buzzi.

Olympe de Gouges ha detto...

c'è del vero in quello che dice dmitri
davvero ottimi i tuoi ultimi post (citazione dei miei a parte)

Anonimo ha detto...

Come una macchina termica ha bisogno di una differenza di temperatura per funzionare (per il 2° principio della termodinamica) così la società ha bisogno di un gradiente di reddito tra le varie classi per andare avanti (la società senza classi rimane un'utopia).
Se nemmeno gli Svizzeri (tra i più ricchi parassiti del mondo) possono permettersi di ridurre questo delta, con l'introduzione di un reddito minimo garantito, significa che la disparità di benessere tra le classi sociali è una legge fisica ineliminabile per il corretto funzionamento della società delle Grandi Scimmie.
L'attuale flusso di schiavi mori verso l'Europa aumenterà questa differenza di temperatura sociale e farà andare il nostro vapore ancora per un poco. Nel lungo periodo ci sarà la morte termica dell'universo e non ce ne sarà più per nessuno, ma nel frattempo l'unica cosa veramente importante da tenere a mente – e questa i direttori dei grandi giornali l'hanno capita bene, anche se non la scrivono nei loro editoriali – è posizionarsi bene nella gerarchia della dominanza sociale.
Vanitas vanitatum et omnia vanitas.
Dante