sabato 25 giugno 2016

Proviamo a fare qualcosa

«Vogliamo elettori in grado di superare un ipotetico esame di cittadinanza che gli consenta di votare? L’unica strada possibile è quella di investire denaro per una vera politica culturale (Rai compresa) e forse – contro ogni tendenza – per immaginare nuove ipotesi di finanziamento pubblico all’editoria privata. Soldi tardivi, come certe vendemmie, denari dei cittadini in premio a chi abbia avuto il coraggio di informare con coscienza i propri lettori, fuori dall’immensa marea di fango che è il business dei media oggi, specie in Italia. Un’arena in peggioramento, che ormai non risparmia più quasi nessuno. Tutta gente che per una ragione o per l’altra ha un qualche interesse a mantenere i cittadini -perfino nei tempi della società digitale – ignoranti esattamente come prima. Ce lo ha detto Tullio de Mauro, ok, era vero, l’analfabetismo funzionale è un problema enorme. Ora magari proviamo a fare qualcosa. Che la patente per poter votare è certamente una cazzata, ma anche gli elettori che non sanno un accidente e che danno retta al Salvini di turno sono una faccenda mica da ridere». Mantellini

Provo a fare qualcosa, per me. E per tre (siamo rimasti in tre). Innanzitutto una confessione: una volta avrei voluto anch'io ci fosse stata la patente per poter votare; erano i tempi in cui Berlusconi fondò Forza Italia, si presentò alle elezioni, le vinse e io non riuscii a capacitarmi come milioni di elettrici ed elettori avessero potuto dargli il voto. Tuttavia, il momento in cui più di tutti avrei voluto ci fosse la patente elettorale, fu ai dodici referendum abrogativi del 1995, in particolare per i tre che concernevano la materia televisiva. Che cosa c'era di più stupido, infatti, che votare no a un referendum che proponeva di abrogare per legge le interruzioni pubblicitarie nei film? (Guardare i film programmati da mediaset a parte?). E infatti vinse la cosa più stupida. Fuori di me, arrivai persino a sostenere - stoltamente, mi rendo conto - che «chi vota Berlusconi è un imbecille». Povero me. Se non mi fossi ancora scusato pubblicamente di aver detto questa sciocchezza, lo faccio ora, cospargendomi il capo di cenere e serotonina.

L'anno successivo, forse rincuorato (ancor più stoltamente) della vittoria dell'Ulivo, accantonai l'idea di patente elettorale; al contempo, iniziai a pensare, su suggerimento di una delle tante cazzate sublimi scritte da Ceronetti, che sarebbe stato plausibile elargire, a persone meritevoli e d'indubbio valore, la possibilità del voto multiplo. Quando mi sovvenne, poi, che sorgeva il dilemma su come scegliere questi superelettori, convenni che Ceronetti stava alla politica come Paolo Fox all'astronomia.

Successivamente, provai a ragionare su come estenedere l'esclusione al diritto di voto. Pensai agli ordini sacerdotali che, seppur cittadini, obbediscono alle leggi di istituzioni assolutamente non democratiche; pensai pure di ampliare la gamma di reati che, se passati in giudicato, comportano la perdita di tale diritto.

Infine, ho rinunciato a qualsiasi soluzione, dato che il problema non è nel diritto di voto così come si esercita nelle democrazie liberali, ma quanto il voto limiti e formalizzi la sovranità popolare in esso espressa.

Votare è diventato un mero rituale che offre a sempre meno persone  (basti vedere il costante e significativo aumento di coloro che rinunciano a questo diritto) l'illusione che questo sia sufficiente a influire positivamente - come è stato scritto, per celia - sulla «vita quotidiana della gente comune», sulla capacità di questa di riprodursi con serenità e prosperità.

[continua]

4 commenti:

Marino Voglio ha detto...

dice bene mantellini: come vedere thebluesbrothers per la decima volta. con la differenza che bb non è mai stucchevole.

...un tratto comune è che l'"elettore stupido" è sempre quello che ha votato diversamente da me, che sono la saggezza e l'intelligenza personificate; che il me sia luca, mantellini o marino.

(quanto a me: una volta ho votato rutelli sindaco, direi che non sono qualificato a dare dello stupido a chicche&sia)

(quanto a te: vuoi vedere i film gratis? vai* ** al cinema o al videonoleggio)

* questa esortazione è ambientata nel 1995 e redatta da uno stupido&ignorante che votò no e che tuttora non ne è pentito
** altra discussione carsica che possiamo riesumare in qualunque momento; io le le mie scatole di ance a 90leuri ti aspettiamo a piè fermo

Luca Massaro ha detto...

Aò, Rutelli l'ho votai pur'io pe' quarcosa de più importante. Meno male che arrivò secondo.

Marino Voglio ha detto...

(e.c. "vuoi vedere i film integri? vai..." / oppure: "vuoi vedere i film gratis? ascolta anche il nostro amico sponsor")

dmitri ha detto...

Tutti convinti di passarlo l'esame... o addirittura convinti di meritare un posto nella commissione d'esame. So che non è questo il posto, ma c'è materiale per il peccato di superbia.