sabato 25 giugno 2016

I giusti onori

«Innanzitutto, onore alla Bompiani, un editore che, di questi tempi, osa pubblicare il “Diario” di André Gide in due tomi. Un’impresa del genere, inoltre, ha l’ardire di presentarsi armata di un imponente apparato critico. Curata da Piero Gelli (che firma la prefazione e i bei medaglioni sugli “Amici di Gide”), tradotta da Sergio Arecco, aperta da una Cronologia, l’opera segue l’edizione stabilita per la collana Pléiade da Éric Marty e Martine Sagaert (che introducono il primo e il secondo), recuperando molto materiale inedito e integrandolo con alcuni scritti autobiografici.»

Non per vantare chissà quali doti di bibliofilo (non ne ho), piuttosto per segnalare a Valerio Magrelli che, anni fa, per caso, in una bancarella dell'usato, abbia acquistato uno (ahimè, c'era solo quello) dei due tomi del Diario di Gide, edito per l'appunto da Bompiani, nel 1950, tradotto dal francese da Renato Arenta e con la seguente avvertenza:   



Questo giusto per dire che gli onori all'editore vanno sì tributati, ma per una riedizione fornita di una nuova traduzione e un nuovo apparato critico che segue l'edizione canonica della Pléiade. 






2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

il nome magrelli mi ricorda qualcosa ma non mi viene in mente nulla di preciso. ad ogni modo ho consultato wikipedia, tra l'altro, è scritto: È sposato con un'avvocato, ha due figli.
se sua moglie faceva l'elettrauto cosa scrivevano?

Luca Massaro ha detto...

Forse, se sua moglie fosse stata elettrauto, le sue poesie avrebbero picchiato meno in testa.