sabato 11 novembre 2017

Blogger's workout

Da nessun luogo addì martembre, mi pare cominci così l'incipit tradotto di una poesia di Brodskij, che rammento da un luogo in cui non posso constatare che sia vero, dovendo fare in fretta per scrivere un post inutile, giusto per mantenermi in forma, ginnastica da tastiera fuori porta, uno due, uno due, pronti, via.

Dunque, giusto per memento, racconto quel che accade alla mia linea, Cavandoli.

Venerdì 27 ottobre, tardo pomeriggio, la connessione va e viene, più va che viene, nel senso che un minuto si connette e l'altro sparisce, finché, in serata, sparisce del tutto. Chiamo l'assistenza Fastweb, a Durazzo. Essi verificano che non ho connessione, né telefonica né internet e mi dicono che dovrò attendere 72 ore, di prassi, ma che intanto i loro tecnici subito si metteranno al lavoro. Col cazzo, Durazzo. Infatti, il tecnico - di una ditta che esegue lavori in appalto a Telecom (dato che Fastweb si appoggia su Telecom per farmi arrivare il segnale) - giunge a verificare la mia linea in data 2 novembre. Egli, dopo un lavoro di un'ora e mezzo buona di controllo, constata che il guasto non è sulla linea portante, bensì sul modem/router Fastweb che non riesce a ricevere bene il segnale; cosicché, egli mi prenota un appuntamento per l'indomani con un incaricato Fastweb per la sostituzione del suddetto modem. 
Venerdì 3 novembre, verso le 19, arriva a casa mia Johnny, un giovane tecnico a partita IVA di fastweb, che assomiglia a Steve Wonder da giovane. Gli offro un succo ACE perché lo vedo a corto di vitamina e intatto mi sostituisce il modem con uno nuovo di ultima generazione. Dopodiché, egli contatta la centrale Fastweb di Durazzo ("speriamo risponda una donna, mi trovo meglio con le albanesi che con gli albanesi"), risponde - ahilui - un uomo e, insieme, fanno l'allineamento. La linea parte, alleluja, grazie di tutto e buona serata.
La connessione è ripristinata, ma lunedì 6 novembre, verso le 14, daccapo, linea out. Arichiama Durazzo che ancora, per la verità, non aveva "chiuso" il mio caso. Mi dicono ancora: attenda 72 ore. 
Ne sono passate più di 120 e ancora niente, nessun contatto. Per puro caso, dato che lo stesso tecnico che era venuto a casa mia si è ripresentato a trafficare davanti alla centralina che si trova a un dipresso da casa, ho saputo che il problema è di questa natura: stanno "ricompattando" la centrale Telecom del comune dove abito. Vale a dire: dopo un contenzioso sugli affitti, dato che le nuove tecnologie anziché un palazzo abbisognano di un monolocale per gestire il tutto, Telecom ha affidato a una ditta terza tale spostamento dei cavi. Ebbene, in questo trasloco, alcune linee sono saltate, compresa la mia. Una di queste sere mi sono presentato di persona alla centrale per vedere se trovavo qualcuno a cui raccomandarmi. Trovo un amico, che lavora in Telecom da anni, il quale mi dice: "Noi non possiamo niente, ci hanno esclusi, dobbiamo aspettare che la ditta abbia finito e poi rimettere in funzione ciò che hanno danneggiato. Ci vorranno due settimane, questa e la prossima".

Eccomi qui. Come si fabbrica una molotov?

P.S.
In sovrappiù stamani è saltato un ripetitore della rete cellulare TIM. Non suggeritemi Vodafone. Aspetto la mongolfiera di Google.

2 commenti:

Marino Voglio ha detto...

se la molotov deve arrivare a durazzo devi chiedere a kim jong un.

Anonimo ha detto...

qui la molotov ci vorrebbe x tante altre occasioni, ma stamoci zitti sennò ce pigliano pure x sovversivi