domenica 19 novembre 2017

Lasciatemi divertire

Volevo dire: sempre senza linea, comunque la trovo, a tratti, facendo spole, spartachi, madonne pellegrine, catture di hottispotti altrui. Ma questo trallalero influisce molto sulla resa bloggheristica. E un po' è un bene, il distacco, così non penso al dovere, mi limito al piacere, eccolo, c'è la linea e siccome son due giorni che sono in astinenza io debbo... postare.

Già. Considerato il decennio appena raggiunto dal blog, esaminandolo ed esaminandomi, mi rendo conto che la composizione dei post, al novanta, novantacinque per cento delle volte, è avvenuta e avviene in linea, nel senso che batto qwerty collegato a internet perché il pc se non è collegato non mi ispira affatto, mi fa lo stesso effetto della Lettera 35 made in Jugoslavia che mi comprai sognando diventare Moravia, perché era uno scrittore trombante, almeno a parole e ai cazzi espressi in prima persona, ma, nonostante essa, che era rossa e passionale, avrò composto si e no un raccontino insulso sul raffreddore da fieno e poco altro.

Io sono sempre stato uno scrivente epistolare, ovverosia un mittente in cerca di un destinatario. E se una volta l'eccitazione consisteva tutta nello scrivere letterine più o meno d'amore e d'amicizia, ripiegarle in quattro o in tre a seconda del formato della busta, scegliere un bel francobollo e impostare (io ho sempre im-postato: e mi ricordo di una buca delle lettere accanto a un ufficio postale con la scritta in lettere di ferro battuto: IMPOSTAZIONE, davanti alla quale mi mettevo in posizione Mennea) (e parentesi delle mail a parte), da un decennio a questa parte, il piacere mio scritturale - e, spero, in parte minima, anche tuo, mon semblable, mon frère - consiste appunto nel comporre ivi quello che la mente, nel quotidiano esercizio del vivere pensando o pensar vivendo, ritiene necessario e divertente esprimere per dare agli altri un'idea di sé, un selfie complesso che serve innanzitutto al sottoscritto, il quale, di riflesso, si augura di offrire un seppur minimo piacere a coloro i quali hanno la bontà di passare da queste parti.
Perché leggere qualcosa di piacevole, sia esso futile o utile, a seconda della leggerezza o profondità raggiunta, è, lasciatemelo dire, un godimento.

E come cantava Palazzeschi?


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma si è un godimento anche x chi ti legge stai sicuro perché quando si caxxeggia un po' su questo e quell'argomento sia in maniera arguta che pedante fatto bene come lo fai tu non è perdita di tempo leggerti e ci si diverte si passa qualche momento distraendosi piacevolmente.
E grz x essere tornato, ne sentivo la mancanza
F.

Luca Massaro ha detto...

grazie di cuore, F.