lunedì 14 marzo 2011

«Il berlusconismo deve tutto a Mani Pulite»

Ho sempre pensato quanto scrive Luigi (mi sembra anche di averlo più volte scritto: vedasi - per chi ne avesse voglia - alcuni miei post alla voce: Craxi). E all'elenco dei nomi* di coloro che, con ogni probabilità, tornerebbero nell'anonimato politico, aggiungo quelli dei vari ex socialisti Sacconi, Brunetta, Cicchitto, i quali, senza Mani Pulite, del Partito Socialista Italiano sarebbero solo uscieri o validi portaborse (o poco più).
Una cosa non mi sono mai chiesto e che mi chiedo ora: quando nel 1994 Berlusconi offrì il posto di ministro della giustizia a Di Pietro, cosa avrà mai pensato e detto il suo mentore esiliato ad Hammamet?
E poi, ultima considerazione: il presunto accanimento giudiziario della magistratura nei confronti di Berlusconi (ammesso e non concesso che vi sia, naturalmente), non sarà proprio dovuto al fatto che gli stessi magistrati si sono accorti, fin da subito, di aver provocato all'epoca, con le loro inchieste di Tangentopoli, qualcosa di democraticamente irreparabile? Che si sentano in colpa e cerchino di porvi rimedio? In fondo, il cancro DC, PSI, PSDI, PLI, PRI, PCI era, non dico curabile, ma almeno "controllabile". Estirpando la Prima Repubblica, invece, si è scatenata la metastasi di un potere indecente, incontrollabile, subdolo, ingordo. Il veleno della corruzione è talmente diffuso che, per guarire, all'Italia occorrerebbero dosi di chemioterapia democratica e civile in grande quantità. La riserve italiane del farmaco democratico stanno esaurendosi. Chiamate Washington, chiamate Londra, chiamate Parigi...

*estratto dal libro di Camilleri/Lodato riportato nel post di Malvino.

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