mercoledì 24 dicembre 2014

Confessioni di un io poco potente

Fratelli, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati.

Dunque, confesso. Confesso a... 
A chi confesso? Cosa confesso? Perché confesso? Che cosa ho sbagliato, dove e come? 

Pensieri 

Quanti pensieri. Penso continuamente. Tranne la fase in cui, per fortuna, ancora mi addormento - perché, naturalmente, considero la fase onirica una fase di pensiero -, penso sempre, come tutti, ma quasi sempre a vuoto, senza uno scopo preciso, pensieri dispersivi, masturbatori in senso proprio, ossia pensieri che trovano gratificazione immaginando di aver trovato qualcosa piuttosto che nulla, qualcosa sulla vita e sulla pretesa che la vita valga la pena di essere vissuta.

Parole 

Le parole, essenzialmente, sono quasi tutte qui, in questa sorta di confessione quotidiana che il blog è. Quante parole ho peccato in un anno? Tranne le bestemmie, praticamente tutte, tutte sono un peccato contro il silenzio.

Opere 

Anche in esse c'è di mezzo - e molto in mezzo - la parola, giacché considero l'uso della parola, in forma scritta e pure orale, la sola opera liberamente compiuta (non considerando libere le opere imposte dalla necessità). Della parola mi sentirei in peccato soltanto se avesse involontariamente ferito qualcuno al di fuori, appunto, delle mie intenzioni. Viceversa, se volontariamente il mio operare (parlare) è volto all'attacco o alla critica di qualcuno o qualcosa, non vedo perché dovrei pentirmene, a meno di non, successivamente, constatare che critica e attacco erano fuori luogo.

E omissioni

Omettere è il contrario di commettere. E chi non fa non falla. 

«Con quali azioni invece di canzoni 
Chiara faremo la tua notte nera 
Terra che bruci, terra che dolori 
Tristezza d'uomo, malattia d'uomo? 
Fare dolore è tutto il vostro fare: 
Se tu hai guardato in una faccia d'uomo 
Non fare niente; fare bene è non fare.»


Verseggiava Ceronetti circa una trentina di anni fa (una poesia che mi è rimasta in mente e ritorna, come una preghiera).

Ma c'è qualcosa che non ho fatto, che invece dovevo fare, per cui sono imputabile di peccato? 
Tutto. 
Non ho fatto la rivoluzione, per esempio. 
Per contro, tra le cose che ho omesso, ce n'è una di cui veramente mi sento orgoglioso? 
Sì, per la prima volta da quando ne ho diritto, non ho votato alle elezioni (europee): oh, che splendida omissione.

Dunque, non ti batti il petto tre volte per confessare la tua colpa?

No, la mano, stretta a pugno, la riservo per altro. C'è qualcosa di più urgente che mi supplica.

1 commento:

Sabrina ha detto...

Pensieri: troppi. Alcuni imprescindibili, molti evitabili: orpelli barocchi, lapidi incrostate di muschio, bui sepolcri.
Parole: sempre. Gemelle dell'ossigeno, necessarie alla sopravvivenza ed al proseguimento del viaggio. Alcune buone, altre cattive, il grano ed il loglio (Saramago ne sapeva, la migliore descrizione su di esse l'ho trovta nel suo "Di questo mondo e degli altri").
Opere: il cantiere è stato fermo per anni; alcuni dicono per restauri cronici, altri per mancanza di fondi da parte dei finanziatori, quali coraggio ed autostima.
Omissioni: troppe: I lavori sono ripresi: Si recupera ciò che si può.

[quanto è bello quel pugno chiuso]