martedì 23 dicembre 2014

Non si dice certo che un lattante spera


«Qualcuno dice: «L'uomo spera». Quale sarebbe la descrizione appropriata di questo fenomeno di storia naturale? – Potremo osservare un bambino finché, un bel giorno, non esprima speranza: e allora potremmo dire: «Oggi ha sperato per la prima volta». Ma suonerebbe strano! Mentre sarebbe, invece, del tutto naturale dire: «Oggi ha detto per la prima volta ‘Io spero’». E perché mai suona strano? In effetti, non si dice certo che un lattante spera..., mentre lo si può dire tranquillamente dell'adulto. – Ebbene, la vita quotidiana diventa a poco a poco quella cosa in cui c'è spazio per la speranza.»

Ludwig Wittgenstein, Osservazioni sulla filosofia della psicologia, Adelphi, Milano 1990 (pag. 325).

3 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

quello che renzi non dice è che gli usa hanno stampato in questi anni una vera montagna di dollari. in segreto comprano futures sull'oro per tenerne basso il prezzo ..... il prossimo anno altro scoppio

Luca Massaro ha detto...

Senza fretta e senza obbligo, e potresti spiegare a noi profani il perché gli USA comprerebbero futures sull'oro se il dollaro non è più convertibile? Grazie.

Romeo ha detto...

Il lattante spera?Cè chi, almeno in parte, lo dice. Non una speranza come quella adulta, ovvio, ma la sua base istintuale, la sua predisposizione innata. Un noto psicoanalista, Bion, pensava che il comportamento del neonato che rivolge la testa verso il seno materno e cerca il capezzolo con forza e precisione istintiva possa avere come corrispettivo psichico un "presentimento che esista un seno". L'incontro del "presentimento" con la realtà gratificante produrrebbe nozioni, mentre la sua frustrazione sarebbe di stimolo al pensiero ma anche, se le cose si fanno duramente difficili, ai processi psichici di alterazione del rapporto con la realtà. Questo "presentimento" sarebbe, per un altro noto psicoanalista, Fagioli, la base psichica della futura speranza dell'adulto.
Meglio fermarsi all'osservazione del comportamento e aspettare che passi almeno il primo anno di vita e il bambino dica: io spero? già, tutta quella vita prelinguistica disturba l'adulto razionale e loquace, tant'è vero che coltiva il vuoto verso quella pur intensissima vita mentale che dovrebbe riguardarlo anche ora che va di coscienza e di parola, vita mentale prelinguistica che infine è decisiva per ognuno della alienazione da sé e dai propri prodotti primi, la propria storia, la propria vita agita più o meno il 5% nel terzo trimestre. Ma allora, coerentemente, come indicato nella citazione, dovremmo solo restare al fatto che il bambino dice che.