martedì 30 dicembre 2014

Flessioni divine.

Se voi foste nati altrove, io adesso dove sarei.
Voi siete, io non so se sono.
Se fossi voi, forse crederei anch'io. Ma dato che sono io, permettete: dubito.

Voi sapeste. Io seppi. Cosa seppi non saprei.
Voi udiste la leggenda dei nudisti, io invece li vidi e glieli vidi, ché li feci.
Noi facemmo dei patti bravi, tra me, l'Eterno, e voi no.
Cantaste mentr'io giocavo a canasta, altro che dadi.

Io diedi sette denari, quattro picche, dieci domandamenti e Mosè ristette, sbagliando consonante.

Io non glieli scrissi, essendo un analfabeta disgrafico.

Io non fui, gli dèi furono, io furbo.

Voi credeste e credete credendo che io credessi e creda, mica scemo.

Io tornai conto, voi aspettaste il resto.

Voi deste, ma io non ricevetti.
Io detti e voi non riceveste. 

Andate a morire così io menerò il cane per l'aia.

Io vi lasciai liberi. Siete voi che mi tenete incatenato a voi.


E pregate: perché? Cosa direste se qualcuno vi pregasse e lodasse e implorasse tutti i giorni che io metto in terra? Stelle supergiganti?

I fui educato. Non ricordo il nome del precettore. Soffriva di orchite.

Io volli, non Ugo. 
Mai misi una camicia cremisi, già sparsi sufficienti indizi di colpevolezza.

Poi sostai. E presi una multa. Pagai in natura. 

[...]

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