martedì 4 agosto 2015

In coda al menù

Sulla scia di una ricetta per l'Italia (sugo di bischero)

Vuoi nazionalizzare la produzione per fare che cosa?
Per produrre merci al fine di continuare il processo di valorizzazione.
Donde lo ricavi alla fin fine il plusvalore?
Dopo aver necessariamente sfruttato (comprandolo con un salario) il lavoro di qualcuno, occorre vendere la merce prodotta.
E dove sta la differenza rispetto a ora? In una diversa distribuzione dei profitti? 
Sì, in un certo senso sì.
E quando i profitti non ci sono? Si socializzano le perdite?
Lo Stato provvederà, stampando moneta, emettendo buoni del tesoro oppure espropriando un po' qui e un po' là.
Sono discorsi del cazzo.
Qualcuno ci crede ancora.
Per fare il capetto al posto dei capi attuali.
«Salario minimo da lavoro garantito per tutti».
Per far lavorare gli altri.
Noialtri s'ha da scrivere ricette.


1 commento:

Marino Voglio ha detto...

e pure tu, pur di insolentire il bambino* (che peraltro se lo merita, per carità...) butti tutta l'acqua, che è comunque incomparabilmente più pulita di quella in cui nuotiamo al momento. evvabbé.

...e visto che linki la fonte, permettimi di deporre qui il commento** (anonimo? di contenuto offensivo?) che qualche cialtrone ha censurato altrove:

"pensi che io ricordavo una lavandaia - non posso discutere con lei, nemmeno le basi abbiamo in comune.

quanto alla presa del potere mi sembra di ricordare che si parlava di rovesciamento violento dell'ordinamento sociale finora esistente; dunque lei, le sue case e le sue azioni potete stare tranquilli ancora per un bel po'."

* "lanciare il cane al leon morente / è vile, o Duca..."
** non giuro sulle singole parole, riproduco a (malferma) memoria.